Usl, mille milioni di debito Zaia: "Pronto libro bianco dei conti"

Il buco da 208 milioni di euro dell’Usl 12 non è un caso isolato nella sanità veneta. Sarebbero almeno 4 le Usl venete nelle stesse condizioni, con un rosso per la sanità regionale di un miliardo.
Il governatore: «Non voglio anticipare nulla. Nel giro di una settimana-dieci giorni saremo in grado di produrre un libro bianco della sanità. Allora mostreremo tutti i conti"
VENEZIA.
La Regione impiega i tecnici, le Usl ci mettono i soldi. Sono queste le fondamenta del piano di rientro con cui l'amministrazione di palazzo Balbi ha chiesto ai direttori generali delle aziende sanitarie di fronteggiare i debiti prodotti negli ultimi anni, diffidandoli dall'ascriverli alla Regione. Un problema deflagrato quando Antonio Padoan ha chiesto a Mantoan e Coletto di corrispondere all'Usl 12 i 208 milioni, ovvero il credito che l'azienda vanta nei confronti di palazzo Balbi. Ma questo non è l'unico caso: se ne contano almeno quattro per un debito che supera il miliardo di euro.


Presidente Zaia, qual è il valore complessivo del buco delle Usl venete?
«Non voglio anticipare nulla perché gli assessori Coletto e Ciambetti stanno facendo un lavoro davvero serio: nel giro di una settimana-dieci giorni saremo in grado di produrre un libro bianco sui conti della sanità. Allora mostreremo tutti i conti. Diciamo solo che l'Usl 12 non è l'unica in questa situazione».


Come faranno i dg a ripianare il debito?
«Si tratta semplicemente di negoziare un piano di rientro con gli uffici regionali in un arco di tempo concordato. Non vogliamo prendere nessuno per il collo, né stiamo giocando a guardie e ladri. La «holding» Regione non ha alcun interesse a far saltare le «controllate» Usl. Ma siccome se le cose vanno male la faccia ce la metto io, serve una strategia per uscire da questa situazione. Sarebbe ipocrita comportarsi diversamente: tutti i manager quando arrivano in un'azienda monitorano lo stato dei conti. Proseguire in un altro modo sarebbe come provare ad arredare una stanza al buio. Noi stiamo accendendo la luce».


Qualcuno dice che questo potrebbe essere un fulcro su cui far leva per allontanare i direttori generali «indesiderati».
«Che nessuno tenti di vendere ignobilmente un serio intervento di due diligence come un'attività rituale per tagliare teste: il nostro interesse è quello di fare il bene della sanità. Il fatto che Padoan dica che la Regione deve ascriversi le perdite della sua Usl è contrario alla normativa nazionale e alle direttive regionali che tutti dovrebbero conoscere. Nessuno mi firmerebbe mai una delibera di questo tipo. Ripeto: sono cose logiche in un sistema in cui l'approccio è manageriale. Se qualcuno non le condivide o si agita, mi vengono dei dubbi».


Certo è che con una voragine di oltre un miliardo di euro, la tanto decantata sanità veneta precipita al livello di Calabria e Campania.
«Assolutamente. Il nostro bilancio è a posto. Il conto di esercizio dell'amministrazione sanitaria nel 2009 ha visto un passivo di 101 milioni, poi ripianati. I conti quadrerebbero al centesimo con le entrate dell'Irpef. Ed è pur strano che si finisca sempre a zero e mai in attivo di uno o due euro. Non è giusto mescolare il nostro bilancio con quello delle Usl. Ora i dg sanno che devono risparmiare per pagare il "mutuo per la casa o la macchina"».


Ma le aziende sanitarie hanno già molte spese e pochi soldi.
«L'Usl 12 ha un costo pro capite di 2.500 euro rispetto a una media regionale di 1.700. Coletto sta lavorando con i tecnici per stabilire i costi standard a livello regionale. Dopodiché saremo in grado di capire se questa azienda fa l'accoppiata con qualche pessima realtà del Sud o se, effettivamente, la situazione è riconducibile alla realtà demografica ed epidemiologica del territorio».


Nel frattempo il buco delle Usl già in passivo continuerà ad aumentare.
«Coletto, Mantoan e Ciambetti studieranno insieme ai dg il modo migliore affinché la situazione non crei problemi alle aziende. E' comunque evidente che, se hai un debito nella pasta del panettone devi tirarlo velocemente fuori dal forno, sennò continua a lievitare».


Però negli ultimi 5 anni la sanità è stata nelle mani della Lega che evidentemente ha tollerato questo sistema.
«Questo è il motivo per cui intendo assumermi direttamente la responsabilità. Tuttavia, poiché da sola la sanità rappresenta l'80% del bilancio, non viene semplicemente delegata all'assessore prescelto, ma è gestita insieme al governatore che, diciamo così, ha un occhio di riguardo per questo settore. Dopodiché non è un problema trovare i responsabili: per noi adesso si chiude una pagina e se ne apre un'altra. Quello che ci interessa è guardare avanti e speriamo che il dottor Padoan, in qualità di direttore generale di una delle più grosse aziende sanitarie del Veneto, voglia essere della partita».


Non c'è il rischio che, quando sarà conclamata l'entità del debito, il Veneto finisca tagliato fuori dalle Regioni virtuose utilizzate per definire i costi standard?
«No. Semplicemente perché, a differenza della Calabria che ha prodotto in prima persona un buco nella gestione sanitaria, non siamo stati noi ad accumulare i debiti, ma le Usl».

I tagli ricadranno sui servizi?

«I cittadini dormano sonni tranquilli, vigileremo. Questa è una partita che vede coinvolta qualunque società al passaggio di gestione».

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