“Un’opera che la città lascia al futuro”

La soddisfazione dell'assessore Mara Rumiz: «E' bellissimo, grazie a tutte le maestranze».  L'inchiesta sui costi: «Troppo caro? No, sottovalutazione iniziale»
«Bello, no? Questa notte non ho chiuso occhio, troppa tensione, ma vederlo ora è davvero una grande soddisfazione: è bellissimo. I tecnici, le maestranze: sono stati tutti perfetti». L'assessora ai Lavori pubblici, Mara Rumiz, ammira il «suo» ponte dalla terrazza del garage comunale: per festeggiare con i giornalisti è passata alla Coop a comprare due bottiglie di spumante. Si accende una sigaretta sottile - «Ho ripreso con Calatrava, ma ora smetto definitivamente», sorride - tira una boccata e prende fiato dopo tanta tensione. Ma non si nasconde davanti all'evidenza scomoda delle molte questioni ancora irrisolte, dalle grida di protesta dell'imprenditore Lino Lorenzon ai costi ancora non del tutto definiti dell'opera, ma certamente già passati dai 5,450 milioni inizialmente preventivati ai 10,750 già raggiunti. Un ultimo dato si è aggiunto nelle ultime ore, quello del mezzo milione di euro che è costata la delicatissima fase del doppio varo e della posa in opera dell'arcata, affidata alla San Marco Shipping-Fagioli Group e filata via liscia e veloce: non pare neppure un granché - la spesa - nel turbinio di milioni che ha segnato la nascita del Quarto Ponte.


Il brindisi è d'obbligo dopo una tale «sfacchinata», ma dietro l'angolo c'è sempre l'inchiesta della Corte dei Conti sui costi levitati di anno in anno: a quanto siamo arrivati?

«Siamo sempre a poco meno di 11 milioni di euro, ma - francamente - sono sempre più convinta che all'inizio di quest'avventura si sia ampiamente sottovalutata la difficoltà e assoluta peculiarità quest'opera, con la conseguenza di sottovalutarne anche tempi, costi e modalità di appalto».

Ha sentito le grida di protesta dell'imprenditore Lino Lorenzon, nella cui fabbrica è stato fuso il ponte, ma non ancora pagato, in causa con l'impresa Cignoni e «cancellato» dall'ufficialità del varo?

«L'appalto è stato vinto dalla Cignoni che, per la fornitura dell'arcata in acciaio, si è affidata alla Lorenzon. Riconosco che il ponte è stato realizzato dalla Lorenzon e vorrei ringraziare anche i suoi operai. Capisco l'amarezza di Lino Lorenzon, che con la Cignoni ha una causa in corso, ma sbaglia gravemente quando insulta le maestranze che sono al lavoro: così passa dalla parte del torto. Se non è stato con noi, sotto il ponte durante la posa, se non ha avuto il suo nome tra gli "autori" è proprio a causa di queste intemperanze. E' stato mal consigliato».

La città ha applaudito all'operazione della posa in opera e pare - dopo tante polemiche - iniziare a prendere confidenza con il Quarto Ponte. Ma resta la perplessità di fondo: a cosa serve?

«Accetto le proteste che ci sono state come parte della democrazia, capisco anche che qualcuno possa chiedere "Più case, meno ponti". E' giusto che i bisogni siano la prima preoccupazione di un'amministrazione, ma non la sola: il dovere di un'amministrazione è anche lasciare a chi verrà dopo di noi un segno, il migliore possibile, del nostro mondo e certamente quest'opera - per forme, materiali, tecnologia - è figlia dell'ingegno dell'uomo di questo secolo. Ho un solo rammarico».

Quale?

«Quello che non si sia pensato sin da subito di garantirne l'accessibilità per tutti: ai disabili, alle donne con i passeggini, agli anziani. Un ponte ha un grande valore simbolico: sarebbe stato un messaggio importantissimo che Venezia si presentasse ai suoi cittadini e ai visitatori offrendo come prima immagine di sé quella di una città fruibile da tutti. E, attenzione, nonostante tanti luoghi comuni, Venezia è una città molto più accessibile e vivibile di tante altre».

Prima di togliersi il piacere della prima «traversata» sopra il ponte, l'assessore Rumiz dà appuntamento ai prossimi giorni, per i lavori di allestimento del ponte, con un ringraziamento: «Voglio ringraziare di cuore tutti quelli che hanno dato l'anima per questo ponte. Le maestranze, bravissime: ho scoperto professionalità enormi, che operano in città da Fagioli a Boscolo Bielo, da Cignoni a Lorenzato. Ma anche tutti i dipendenti comunali che sono andati ben oltre il dovere. Spero di non dimenticare nessuno se dico Lavori pubblici, Traffico acqueo, Polizia municipale, Ufficio Comunicazione, Protezione civile, Centro maree, Actv».

 

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