Ubriaca in auto. Cercava casa da 5 ore
Ragazza fermata a Pianiga con 1,90 nel sangue: era convinta di essere a Selvazzano
PIANIGA.
I carabinieri l’hanno intercettata dopo che alcune segnalazioni parlavano di una Citroen a zig zag. Quando l’hanno convinta a scendere lei ha riso: «Finalmente a casa». Credeva di essere a Selvazzano, dove abita, invece era a Pianiga. Completamente ubriaca alle 8.30.
Ragazze ubriache, che guidano convinte di potercela fare dopo aver bevuto come spugne. Un problema che sta montando in maniera impressionante nelle statistiche che fotografano le cause di incidenti nel Veneto, ma soprattutto un allarme sociale spaventoso, che né medici né psicologi sanno al momento affrontare. «Purtroppo», dice il dottor Maurizio Berto, medico chirurgo dell’ospedale di Piove di Sacco, che da anni si occupa di prevenire il fenomeno della guida in stato di ebbrezza con incontri educativi, «i dati in nostro possesso ci dicono che le ragazze stanno eguagliando i ragazzi in questa triste gara a chi beve di più. Da notare poi che se la ragazza era ancora ubriaca alle 8.30 del mattino, non oso pensare in che condizione doveva essere quando si è messa a guidare». I dati ufficiali dicono che in 5 anni i casi di ragazze trovate ubriache al volante sono raddoppiati.
«Da notare inoltre - spiega un comandante della polizia locale della Riviera - che gli effetti di 0,50 grammi d’alcol nel sangue di una ragazza sono molto più devastanti, per differenze di natura fisiologica, dagli effetti che la stessa quantità di alcol avrebbe nel corpo di un ragazzo, a meno che queste ragazze non siano da tempo abituate a bere forte».
Quando è stata fermata la ragazza aveva un livello di alcol nel sangue pari a 1,90: è scattato il ritiro della patente e il sequestro dell’auto per confisca. La ragazza (26 anni) ha raccontato di essere uscita da una festa con amici a Scorzè alle 3,30, ma di non aver più trovato la strada per tornare a casa. Quando alla fine ha capito che oltre alla patente, le sarebbe stata sequestrata l’auto, in attesa della confisca, la giovane si è rimessa a ridere. Sono stati chiamati così i genitori e alla fine è tornata a casa, a 22 chilometri da dov’era.
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