Tutti in coda a Marghera per le "cose" usate da Depp e Angelina
In fila per un souvenir dal set di "The Tourist". In svendita le tazzine, i cuscini e il water di Johnny Depp e Angelina Jolie. Animi accesi all’ingresso, delusione all’interno. Eppure nessuno riesce a venir via a mani vuote
MARGHERA.
Quel che rimane di un set è un’accozzaglia di polverosi cuscini, tazzine, lampade, chilometri di cavi elettrici e scatoloni di lampadine, scampoli di tendaggi. E’ una via di mezzo tra un magazzino e una svendita: niente di poetico per non dire arrapante. Almeno per i primi che arrivano e che malissimo alloggiano: solo nel pomeriggio dai camion della produzione usciranno i pezzi forti.
Ma a quel punto qui in via Fratelli Bandiera 47, dove per due giorni si svende tutto ciò che la produzione ha usato nei due mesi di lavorazione veneziana del film «The Tourist», in tanti sono già passati senza aver trovato un onesto motivo per tornare.
La prima ondata si presenta al mattino presto, molto presto, prestissimo. Talmente presto che quando arrivano, alle 10, quelli puntuali, il capannone della svendita è già troppo pieno e si forma la fila. Che subito si accende e fiuta un passaggio di preferenza per «i soliti raccomandati». Ovviamente non ci sono raccomandati, ma i buttafuori mettono benzina sul fuoco trattando la gente che viene a portarsi via rimasugli lasciando soldi come se fossero tutti dei grandissimi scocciatori: «e state indietro, e state indietro». Meno male che c’è Emilio, l’Italiano Vero: si è portato dietro un blocchetto e si mette a distribuire numeri, lo vorrebbero santo subito ma non c’è tempo, la situazione si sblocca e si entra in massa. In fondo, non si è nemmeno in tanti: trecento persone nella mattinata, gestirle non era difficile.
Tutti dentro: ma dov’è il pigiama azzurro di Johnny Depp? In subordine, quello della sua controfigura che tanto era uguale? Non pervenuto. E come riconoscere tra i teli da bagno quello che ha cinto i fianchi di Angelina dopo la doccia hot con il suo «tourist»?
Si compra quel che c’è ignorando che all’esterno tre camion carichi di cose molto più preziose e intriganti butteranno fuori il loro contenuto solo nel pomeriggio, quando ci si sarà disfatti delle carabattole.
La biancheria è da tavola: americane e tovaglie carine, bianche, tutto Ikea e in parte ancora confezionato. Il vantaggio è che si compra con il 40 per cento di sconto. Ci sono tende, e rotoli della stoffa che è rimasta; divani enormi che non sapresti dove mettere, una tv lcd nuda e cruda, né scatola né istruzioni però con 600 euro te la porti a casa e pare sia un affare.
C’è da credere che sul set non fosse mai buio: le lampade e i lampadari sono di ogni foggia, misura, colore. Vanno a ruba: lampioni che se hai un giardino ci fai un figurone, steli da ufficio, paralumi buoni per ogni occasione. Due enormi vasi da esterno della DeRoma, i più pregiati del mercato: sono un ingombrante spettacolo, con 100 euro l’uno te li porti a casa.
Bottiglie d’acqua piene. Bottiglie di vino vuote. Anche un cabernet del 2006 ancora intatto, ma chissà com’era l’annata. Targhette: quella dell’ufficio del commissario impersonato da Nino Frassica, quella più carina di una «portineria» di cui si avranno dettagli all’uscita del film. Affare più da elettricisti che da feticisti, il bancale che sta al centro del capannone è un trionfo di cavi, cavetti, auricolari, lampadine, oggetti misteriosi.
Non ci sono le fan di Depp e Jolie, che probabilmente a quest’ora vanno a scuola: farebbero comunque fatica a permettersi il water, che costa con lo sconto più di 300 euro, per non dire del bidet; al massimo potrebbero arrivare allo scopettino, sui 60 euro, ma ci si può anche augurare che a tutto ci sia un limite. Non si può tacere che tutti i sanitari sono Devon&Devon, ma chi viene qui non li comprerebbe per quello.
«The Tourist», si scopre girando nel capannone, è un film dove si legge molto. C’è un’intera parete di libri, e vanno a ruba almeno tra la clientela della mattina che è quella adulta. Una signora tratta il costoso acquisto di un presunto Modigliani non senza essersi accertata che nel film ci sia. La produzione la rassicura: è appeso alla parete di una delle ville dove si è girato il film. Il marito della signora compra per pochi euro una sacca da viaggio di cui circola una copia esatta che sarà comprata da una giovane donna: hanno ancora la targhetta usata sul set, una era di Angelina e l’altra della controfigura, non si sa chi ha preso cosa.
Nel pomeriggio, mentre ancora pesa nell’aria la delusione dei clienti del mattino, arrivano i vestiti: quelli della scena del Ballo all’Abbazia, una favola e nessuno, una volta scontato, costerà più di 150 euro. Le fortunate di passaggio fanno incetta.
Oggi si replica: ci sono altri due camion da scaricare, alla come viene, viene. Il mercatino è aperto dalle 10 alle 20. Conviene attrezzarsi: solo contanti, generi di conforto. E non mollare la presa.
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