Tra crescita e paura della recessioneprevisioni inquinate dal clima mondiale
Il futuro spaventa anche se la crescita si conferma. I segnali relativi all’andamento dell’economia a fine 2007 indicano un generale rallentamento della dinamica registrata nella prima parte dell’anno. Il Pil è cresciuto in Italia dell’1,5%. Nel contesto internazionale si rincorrono le notizie di una prossima recessione dell’economia statunitense e il Vecchio Continente ripropone dinamiche di crescita alquanto differenziate al suo interno. A questo si associa la continua tensione sul costo delle materie prime, prodotti energetici ma anche alimentari, e la preoccupazione per il progressivo rafforzamento dell’euro sul dollaro americano.
La classe dirigente del Veneto pare poter osservare questa situazione con un certo distacco forte dei positivi risultati che le province venete, e il Nord Est complessivamente, continuano a manifestare nell’attuale fase congiunturale. Infatti, tra i soggetti interpellati per la prima edizione dell’indagine ONE, che raccoglie le opinioni di un centinaio di testimoni privilegiati delle classi dirigenti del Veneto, prevale in modo rilevante la quota di coloro che giudicano l’economia regionale e nordestina in crescita rispetto a coloro che la giudicano in flessione. I saldi di opinione, che sintetizzano proprio tale scarto, sono infatti positivi e pari rispettivamente +12,3 e +18,4.
In particolare, per le province del Veneto l’indicazione prevalente è quella di una sostanziale stabilità dell’economia (50,5% delle opinioni raccolte), a fronte, tuttavia, di un 30,9% di rispondenti che propende per la crescita, seppur leggera. Nel Nord Est, le indicazioni di crescita risultano predominanti, coinvolgendo quasi quattro interpellati su dieci, per merito, come evidenziato in altre indagini, della brillante performance del Friuli Venezia Giulia.
Tutt’altre tinte caratterizzano i giudizi relativi all’economia nazionale: in questo ambito la prevalenza delle opinioni di flessione supera quelle di crescita di ben 55,8 punti. Infatti, a indicare in peggioramento la dinamica del Pil italiano sono oltre sei testimoni privilegiati su dieci, mentre la quota di chi indica una crescita non raggiunge nemmeno il 10%. Medesima valutazione viene espressa nei confronti della situazione statunitense per la quale il saldo di opinione si attesta a -59,6 punti, con il 73,4% di indicazioni di flessione, di cui il 22,3% di netta caduta.
Il giudizio sull’economia europea riflette chiaramente il coesistere di paesi con forte dinamica di crescita e altri in fase di stagnazione. Tuttavia, complessivamente il 37,9% degli intervistati esprime una valutazione di crescita, seppur ancora una volta di entità modesta. Infine, lo sguardo a livello internazionale mette in evidenza come a trainare l’economia mondiale in questo momento siano i paesi in via di sviluppo, Cina, India e Russia in primis. Infatti, a fronte di una crisi americana e di uno sviluppo a diverse marce in Europa, la dinamica economica mondiale viene giudicata in crescita da ben il 55,8% del campione, a fronte di una quota pari «solo» a 28,4% di indicazioni di flessione. Le tensioni in atto, ma, soprattutto, le incertezze sul futuro di quella che è ancora la principale economia mondiale e, di conseguenza, sugli effetti che una recessione americana potrebbe avere a livello mondiale, si riflettono in misura rilevante sulle prospettive relative alle dinamiche congiunturali dei prossimi mesi.
Anche nel Veneto e nel Nord Est - che in realtà a consuntivo mostrano ancora una situazione positiva grazie alla capacità di tenuta delle esportazioni, soprattutto, fuori dai confini comunitari - dilaga un certo pessimismo che porta i testimoni privilegiati a far prevalere, almeno in Veneto, le attese negative rispetto a quelle positive. Lo scarto è ridotto, ma rende conto dello stato d’animo di chi opera in una regione tradizionalmente molto legata alle dinamiche internazionali. Per il Veneto, il Nord Est e l’Europa, in realtà, prevalgono le indicazioni di sostanziale stabilità (con percentuali prossime al 40%), mentre a livello nazionale e statunitense la parte del leone spetta alle previsioni di flessione.
Ciononostante, l’economia mondiale, avvantaggiandosi dello sviluppo dei paesi emergenti, continuerà anche nel prossimo semestre la sua corsa, così come previsto da un intervistato su due. Infine, merita una certa attenzione il confronto tra le attese espresse dagli imprenditori veneti, rispetto a quelle del complesso della classe dirigente locale e rispetto ai loro colleghi nordestini. I titolari di impresa della regione, infatti, mostrano maggiori timori riguardo alla capacità di crescita dell’economia a tutti i livelli territoriali, ad eccezione del giudizio sull’andamento mondiale che li vede assai ottimisti.
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