"Ti faremo fuori", minacce a Sgarbi: dalla Sicilia alla Soprintendenza veneziana
Due lettere d'insulti sono state ricevute dalla Soprintendenza ai musei di Venezia indirizzate a Vittorio Sgarbi. "Ti faremo fuori venerdì" è scritto nelle missive, firmate "Matteo", come il boss della mafia Messina Denaro. Il critico d'arte è minacciato per le sue dichiarazioni sul business dell'eolico in Sicilia. "Non mi preoccupano" spiega Sgarbi
La lettera contro Vittorio Sgarb
VENEZIA. Minacce di morte recapitate, con altrettante lettere anonime di sapore mafioso, a Vittorio Sgarbi. Nel mirino delle due lettere, scritte a mano in stampatello, fatte pervenire ieri mattina, in due diverse buste, agli uffici della Soprintendenza del Polo Museale veneziano di Piazza San Marco non c’è, però, evidentemente il suo ruolo di funzionario dei Beni Culturali in laguna, ma quello di sindaco del piccolo centro siciliano di Salemi, che ha continuato a mantenere anche dopo la sua nomina a soprintendente.
Da qui Sgarbi conduce infatti da anni una battaglia contro la devastazione del paesaggio siciliano da parte delle pale rotanti dei parchi eolici e degli impianti fotovoltaici.
Nella prima lettera, firmata “Matteo”, si legge: «Sgarbi, hai fatto bene a scappare a Venezia, ma noi ti inseguiamo fin qui. E ti faremo pagare di essere venuto in Sicilia. Venerdì ti faremo fuori. Saluti tutti. Un bacio da Matteo». Nella seconda lettera, senza firma, è invece scritto: «Pagherai tutto, infame. Ti faremo sparire venerdì. Addio Sgarbi».
Entrambe le lettere contengono in allegato una copia fotostatica della pagina 8 dell’edizione di mercoledì 8 settembre del quotidiano La Sicilia il cui articolo di apertura riguarda le proteste degli agricoltori siciliani contro il no di Sgarbi a impianti fotovoltaici nel territorio dell’isola e del Comune che guida.
«L’unico Matteo che conosco - commenta ironicamente Vittorio Sgarbi - è Matteo Ceriana, mio amico e storico, direttore delle Gallerie dell’Accademia. La polizia, infatti, lo sta già interrogando...».
Ma l’allusione della missiva è quasi certamente al superlatitante Matteo Messina Denaro. Sgarbi negli ultimi mesi ha tuonato contro il business dell’eolico, al centro ieri di un maxi sequestro da 1,5 miliardi a carico dell’imprenditore delle energie alternative Vito Nicastri, ritenuto vicino al boss mafioso Messina Denaro.
Proprio l’altro ieri Sgarbi aveva rivolto un appello pubblico al presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo «perché stabilisca definitivamente il veto all’eolico in tutta la Sicilia bloccando gli affari miliardari di multinazionali attraverso gli “sviluppatori” che hanno visto la Sicilia come facile terra di conquista».
Ma il soprintendente veneziano e sindaco del piccolo Comune del Trapanese, nella Valle del Belice, dove ha anche creato un museo della mafia, non fa una piega di fronte alle minacce: «Finché non mi ammazzano, io continuerò a battermi contro eolico e fotovoltaico in Sicilia. A Salemi mi hanno già fatto pervenire in municipio una testa di maiale mozzata e un cane morto e anche per questo sono costretto a girare con la scorta. Non sono certo due lettere anonime che annunciano un attentato alla mia persona per venerdì 17 a impressionarmi».
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