Temperature, sulle Pale di San Martino registrato il record italiano: -48,3

Il dato accertato dalla stazione del Centro valanghe dell'Arpav nella Busa di Fradusta, una "depressione montana" nell'omonimo ghiacciaio
Le Pale di San Martino al confine tra Veneto e Trentino
Le Pale di San Martino al confine tra Veneto e Trentino
BELLUNO. La Siberia in Italia è un fazzoletto di terra sulle Pale di San Martino, a 2.607 metri, al confine tra Veneto e Trentino-Alto Adige. Poche centinaia di metri quadrati, dove il 27 dicembre dello scorso anno, alle 4.30, il termometro si è fermato a -48,3 gradi centigradi, record italiano della temperatura più bassa.


''E' una zona splendida totalmente disabitata - spiegano gli esperti del Centro Valanghe di Arabba dell'Agenzia per l'ambiente del Veneto (Arpav) - dove si creano condizioni particolari di sacche di aria fredda che ristagnano sul fondo della dolina''. E dove è stata monitorata la minima record si chiama Busa Fradusta - sull'omonimo ghiacciaio - una "microarea" simile a qualche altra presente in zone disabitate sui rilievi veneti.


Il Veneto non è nuovo a questi record, rigorosamente in periodo invernale, visto che il primo gennaio del 2008, sempre sull'Altopiano delle Pale di San Martino, è stata registrata una minima di -40,5 gradi centigradi. Una delle particolarità è che questi livelli possono subire brusche variazioni in tempi brevi: basta un po' di corrente d'aria che smuove la sacca fredda e la temperatura schizza verso l'alto, portandosi vicino a quella delle aree circostanti. A titolo di esempio, il 14 febbraio del 2008 in una conca a 1.700 metri sull'Ortigara (Vicenza) di notte erano stati toccati i -35,5 gradi, di giorno la massima era sui 4,5 gradi, un salto termico di 40 gradi in poche ore.


A dare la caccia a questi microluoghi del freddo, denominati "depressioni montane", sono l'Arpav e i "meteovolontari" dell'associazione Meteotriveneto, che attraverso appositi strumenti tengono sotto controllo 46 siti tra Veneto e regioni confinanti. Al progetto partecipano anche l'Istituto di Scienze dell' atmosfera e del clima del Cnr, l'Unione meteo Friuli Venezia Giulia e l'Osservatorio meteorologico di Arpa Friuli Venezia Giulia. Scopo del progetto - spiegano gli esperti - non è solo rilevare le minime assolute, ma anche studiare i meccanismi che regolano le inversioni termiche che si registrano tra il fondo delle doline di tipo carsico e l'ambiente esterno.


Le "ghiacciaie naturali", sperdute nella natura in luoghi incontaminati, riservano molte sorprese. ''Quest'anno - dicono da Arabba - abbiamo toccato i -40 qualche volta in altre zone, ma sono situazioni specifiche. I siti che teniamo sotto controllo, oltre alle Pale, sono sulle vette feltrine, sull'altopiano di Asiago e sul Cansiglio''.


Ma se il "record" sulle Dolomiti è isolato e circoscritto, su un fronte più ampio per i prossimi giorni in Italia è annunciata una perturbazione, con neve e temperature più rigide specie sulle regioni centrali. Nella seconda parte della settimana le temperature crolleranno in tutta Italia, con pioggia e nevicate fino a quote di pianura che da domani investiranno le regioni settentrionali per poi raggiungere venerdì anche le regioni centrali.

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