Tanti canali nuovi, ecco come orientarsi fra più offerte

Mini guida per capire tutto quello che cambia con la televisione digitale
I canali del digitale terrestre? Preparatevi a piacevoli sorprese se quella che conoscete è solo la vecchia televisione con i suoi vecchi programmi.


Quali sono le principali novità della rivoluzione dei canali televisivi?
Quella che colpisce di più è il numero in più dei canali disponibili. Era difficile solo pochi anni fa immaginare che il numero di canali televisivi trasmettibili un giorno si sarebbe moltiplicato per dieci: invece è quello che sta succedendo, con un po’ di problemi, in questi mesi.


Come è stata possibile questa moltiplicazione impressionante?

Il motivo è molto semplice: una singola frequenza televisiva con l’analogico può trasportare un programma, invece con il digitale attualmente da 5 a 7. In un futuro non lontano anche dieci. Ci vuole poco per immaginare le conseguenze, anche politiche, di una simile moltiplicazione.


Come si possono suddividere i vari gruppi di canali digitali?

La prima suddivisione è tra canali in chiaro, cioè gratuiti, e canali a pagamento; una seconda suddivisione è tra i gruppi come Rai, Mediaset, Dahlia di Telecom Italia, L’espresso e altri. Un’altra suddivisione è per temi. Forse questa e quella caratterizzata da gratuità o pagamento sono quelle utili per esporre.


Cominciamo da quelle gratuite temi. Quante sono?

Sono, per ora, una quarantina. Il primo gruppo delle gratuite è quello delle “generaliste”: Rai Uno, Rai Due, Rai Tre, Canale 5, La 7, Italia 1, Rete 4, Mtv. Il secondo gruppo è quello delle news: Rai News 24, Repubblica Radio Tv, Class news, France 24, Bbc World. Il terzo gruppo è di musica: Deejay tv, Rtl 102.5. Il quarto gruppo è per bambini: Boing, Rai Gulp, K2, Rai Sat Yoyo. Il quinto gruppo è di storia ed educazione: Rai Storia, Rai Scuola. Il sesto gruppo è di sport: Rai Sport 1, Rai Spor 2, Sport Italia, Sport Italia 2, Sport Italia 24, Poker Italia 24, Super Tennis, Nuvolari. Il settimo gruppo e di minigeneraliste e di intrattenimento: Rai4, Iris, La 7 D, Tv 2000, Cielo, 2nd TV, AB Channel, Raisat Premium, Raisat Extra, Rai Movie (cinema), Rete Capri. L’ottavo e di televendite: Media Shopping.


Quali sono e quante quelle genericamente definibili a pagamento?

Circa venti. Il gruppo più Per l’acquisto dei decoder sono previsti anche contributi ma solo per il tipo “Mhp” interattivo.


Qual è il contributo?

Il contributo è di 50 euro da scontare in negozio sul prezzo del decoder.


Chi può usufruirne?

Chi ha almeno o più di 65 anni e reddito pari o inferiore a 10mila euro l’anno, bisogna essere in regola con il pagamento del canone forte è quello dedicato allo sport: Premium calcio, Premium calcio HD, Dahlia sport, Dahlia Xtreme, Premium calcio, Premium Motogp, Dahlia calcio. Poi c’è il gruppo dedicato ai bambini: Disney Channel, Playhouse Disney, Carton Network, Hiro. Il terzo gruppo, dedicato alla cultura, è composto da una solo televisione: Dahlia Explorer. Il gruppo di intrattenimento: Joi, Mya, Steel, Premium Extra +. Il gruppo del cinema: Premium cinema, Premium cinema Emotion, Studio Universal, Premium cinema Energy, Dahlia Eros. C’è, infine, una televisione a pagamento dedicata solo agli adulti: Dahlia Adult, con più canali. Sono circa sessanta tv.


Come si fa a sapere se si vedono in una zona?

Ovviamente è difficile, specie ora che siamo agli esordi in alcune regioni. C’è un modo di saperlo, tenendo presente che si tratta di una realtà in continuo aggiornamento. Il sito del digitale terrestre dgtv (http://www. dgtvi.it) produce quasi istituzionalmente un quadro di che cosa è possibile ricevere in una zona, approssimato in molte zone fino al paesino.


Come si fa a cercare i dati della ricezione dal sito del digitale terrestre?

Non è difficile. Basta cercare nella homepage il banner della “copertura”. Da lì si arriva a una cartina dell’Italia in azzurro divisa per regioni e, accanto, c’è la possibilità di inserire il nome di una provincia e, successivamente, di una località in quella provincia. Questo permette di arrivare a un elenco, piuttosto dettagliato, delle televisioni (e un po’ meno anche delle radio) che è possibile ricevere in quella località.


Che cosa si legge nell’elenco che è stato descritto?

Ci sono i cosiddetti mux, parolaccia che indica una frequenza dove sono offerti diversi canali: è precisato se sono liberi o a pagamento o se, invece, si tratta di una radio. I canali a pagamento sono descritti con un simbolo un po’ negativo, un lucchetto che si apre solo avendo la chiave, cioè pagando.


Le informazioni si possono cosnderare attendibili?

Sì, ma non in tutto il comune. E’ possibile che una parte del comune sia raggiunta e un’altra no. Gli esperti osservano che ci sono posti che per essere in mezzo alle montagne non saranno mai raggiunti dal digitale terrestre (ma probabilmente avevano problemi anche con l’analogico). A quel punto non c’è che una soluzione: ricorrere al satellite gratuito, cioè alla piattaforma gratuita Tivù- Sat.
(l.f.)

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Possibile il “dialogo” con gli enti pubblici

Esiste un motivo che limita il contributo da 50 euro a un decoder interattivo. Qual è il motivo? Il motivo è che il governo vuole usare il digitale come strumento per diffondere servizi della società dell’informazione, servizi che potrebbero evitare file agli sportelli. Per questi non è sufficiente un decoder normale. Che tipo di decoder è necessario? Un decoder interattivo “Mhp” in grado di utilizzare servizi interattivi di vario genere e anche eventuali servizi della pubblica amministrazione.

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Ricorso di Europa7 e Sky «Aiuti di Stato a Mediaset»

Il finanziamento dei decoder interattivi non è mai piaciuto all’Europa. Perché? Perché la Commissione e il Tribunale europeo non l’hanno considerato un primo passo per collegare gli anziani ai servizi interattivi della pubblica amministrazione, ma un “aiuto di Stato” alla tv digitale a pagamento a scapito della tv satellitare. Chi ha sollevato la questione? Il ricorso è stato presentato ai giudici europei da Europa 7 e da Sky. I giudici hanno deciso che si è trattato di una distorsione della concorrenza e hanno chiesto la restituzione dei fondi. Mediaset ha annunciato un nuovo ricorso contro la decisione.
(l.f.)

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