Stop ai cantieri edili per tre mesi e mezzo, polemica a Caorle
La decisione del sindaco per agevolare il riposo dei turisti. L’ira dell’Ance: «Si creano problemi ai committenti e si mettono a rischio posti di lavoro, valuteremo come difenderci»

Blocco dei cantieri edili dal primo giugno a metà settembre per «assicurare la serenità degli ospiti che già a giugno e all’inizio di settembre frequentano la nostra località». Il Comune di Caorle ha modificato il regolamento per l’esercizio dei cantieri edili, estendendo dal 1° giugno alla seconda domenica di settembre, il divieto totale di esercizio dell’attività edile nelle zone maggiormente turistiche del territorio comunale, un mese e mezzo in più rispetto al precedente limite che andava dal pirmo luglio al 31 agosto. Turisti soddisfatti, costruttori dell’Ance imbufaliti.
«Obiettivo sicuramente molto nobile, quello del riposo dell’ospite. All’amministrazione comunale poco importa» dichiara il presidente di Ance Venezia, Giovanni Salmistrari «che dal divieto derivi lo stop per tre mesi e mezzo dell’attività edilizia, impedendo alle imprese di lavorare, mettendo a rischio i posti di lavoro dei loro operai, creando problemi ai committenti che quei lavori volevano ultimare in tempo, spesso per poter usufruire dei bonus edilizi che hanno scadenze stringenti e non prorogabili».
Non passa inosservata la circostanza che la serenità dell’ospite, così preziosa da paralizzare per mesi un settore produttivo fondamentale, diventi del tutto irrilevante quando è il Comune ad eseguire i propri lavori, non solo quelli per pubblica incolumità: infatti, i lavori pubblici sono sottratti al divieto.
Va evidenziato che nessuno degli altri Comuni del litorale, nemmeno quelli che hanno stabilito i divieti più estesi, che, parimenti, Ance contesta, sono arrivati al livello dei tre mesi e mezzo di Caorle. Tra l’altro, quest’anno, con l’arrivo in città del Giro d’Italia il 24 maggio, il periodo di blocco si amplierà ulteriormente.

«Un altro primato, poco invidiabile, del Comune di Caorle» sottolinea il presidente Salmistrari «è quello della totale assenza di confronto. La preventiva consultazione della categoria avrebbe consentito di individuare soluzioni di minore impatto, in grado di assicurare il giusto equilibrio tra la legittima esigenza di tranquillità del turista e quella, altrettanto legittima, delle imprese edili di continuare a lavorare e di non chiudere i battenti. È una questione di pari dignità tra attività economiche, quella turistica e quella delle costruzioni. È nostra intenzione – conclude Salmistrari – verificare con un legale se questa così lunga compressione, anzi cancellazione, dell’attività edilizia si ponga in contrasto con il dettato costituzionale sulla libera espressione dell’attività economica, e nel caso attivare – non solo nei confronti del Comune di Caorle – tutte le necessarie iniziative a tutela dei legittimi interessi della nostra categoria».
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