Soldi sì, però non dal MoseLa promessa di Gianni Letta

Pomeriggio di tensione poi Cacciari la spunta. E il sottosegretario annuncia una nuova delibera del Cipe
Soldi al Mose e soldi per Venezia. Il Comitatone convocato per oggi pomeriggio alle 15 a Palazzo Chigi non toglierà fondi alla grande opera, ma troverà la soluzione per non deludere le aspettative del sindaco Cacciari. C’è voluta la consueta abilità diplomatica del sottosegretario Gianni Letta per allontanare una rottura che sembrava ormai inevitabile. Con il sindaco deciso fino a sera a disertare la riunione del Comitatone.


Giorni di muro contro muro, dichiarazioni al veleno dei maggiori esponenti veneti del Pdl del Veneto, il presidente della Regione Galan e il ministro Renato Brunetta: «Basta assistenzialismo, Venezia di soldi ne ha anche troppi».


«Ma non abbiamo più una lira della Legge Speciale, la città è a rischio se fermiamo tutti i cantieri!», replica il sindaco Cacciari. Polemiche influenzate anche dalla imminente tornata elettorale di primavera. Un ping pong che dura da venti giorni. Dopo l’acqua alta eccezionale del primo dicembre la ruggine è riesplosa. Cacciari non ha voluto chiedere lo stato di calamità, ma si è rivolto direttamente al governo per chiedere «ciò che alla città è dovuto», cioè il rifinanziamento della Legge Speciale, interrotto nel 2003 per dare i soldi al Mose. Galan ha minacciato di non andare al Comitatone se «Cacciari non dirà che il Mose è utile», poi ha chiesto e ottenuto di spostare di tre giorni la riunione.


Da Roma sono arrivati segnali incoraggianti, dalla presidenza del Consiglio (Gianni Letta) ma anche dal ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli e sabato, a Venezia, dal responsabile dei Beni culturali Sandro Bondi. «Mi batterò con tutte le mie forze perché la Legge Speciale sia rifinanziata», ha detto Bondi, «e chiederò il 3 per cento dei soldi del Mose per finanziare i beni culturali veneziani».


Uno scontro tra le due anime del governo che ieri si è spostato a Roma. «I soldi del Mose non si possono toccare», hanno fatto sapere nel pomeriggio da Palazzo Chigi, «per via della mancata approvazione della leggina in Finanziaria che permetteva di dirottare una percentuale dei fondi alla città, come fatto nel 2004 e 2005. Il sindaco ha preso il telefono e ha espresso tutto il suo disappunto, per come il governo («Ma anche Prodi si è comportato allo stesso modo», precisa) tratta le esigenze della città. Saputo che gli 800 milioni andavano tutti al Mose, Cacciari ha minacciato di disertare il Comitatone. Riunione di emergenza nel pomeriggio a palazzo Chigi con Letta, il presidente del Magistrato alle Acque Patrizio Cuccioletta e il presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati.


Alla fine la soluzione «inventata» dall’esperto Letta potrebbe mettere d’accordo tutti. Il Comitatone dovrebbe approvare oggi un «dispositivo» che impegna il Cipe a stanziare con una delibera nella prossima riunione del 15 gennaio una cifra significativa (almeno 80 milioni di euro) destinata alla manutenzione della città. In pratica, il rifinanziamento chiesto da Cacciari che avrebbe dal 2009 carattere stabile. Senza ridurre i fondi del Mose e dunque senza smentire Galan e Brunetta.

Si tratterà di vedere se tutto andrà come annunciato. Intanto di sicuro oggi saranno distribuiti i 45 milioni della Finanziaria 2007, di cui circa 13 dovrebbero andare al Comune, 15 alla Regione e 15 al Magistrato alle Acque.


In apertura il presidente Cuccioletta farà il punto sulla situazione dei lavori del Mose e gli interventi di Legge Speciale, il ministro Bondi sulla situazione del patrimonio artistico, per cui ha chiesto lo stanziamento, previsto per legge, del 3 per cento dei fondi del Mose.

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