Soldati, scontro governo-Comune

Il ministro La Russa li mette a disposizione, Cacciari: «A che servono?»
I reati sono in calo, Venezia è una delle città più sicure d’Italia. Dunque a che serve l’Esercito? Il governo vuole inviare i soldati in laguna ma il Comune non ci sta. «Solo demagogia e spreco di denaro pubblico», attacca il vicesindaco Michele Vianello, «qui dei soldati non abbiamo bisogno. Li mandino a cercare i terroristi, Venezia non è l’Afghanistan».


Torna alta la tensione politica dopo che il governo ha confermato la volontà di inviare in laguna 90 soldati. Un decreto approvato ieri ne estende l’impiego in città. «Da un anno circola questa leggenda», commenta il sindaco Massimo Cacciari, «e periodicamente il governo tira fuori i militari. A me risulta che non esistono relazioni delle forze dell’ordine che denunciano una situazione critica della nostra città. Anzi. Può darsi che mi sbagli e che abbiano ragione le camicie verdi, ma mi pare che anche polizia, carabinieri e finanza la pensino così. Se le autorità chiederanno i militari perché c’è un’emergenza, io sottoscrivo. Se il mio amico La Russa vuole darmi cento marines da mettere agli ordini del comandante dei vigili Marco Agostini va bene. Ma decidiamo noi come impiegarli: abbiamo bisogno di vigili, anche per dirigere il traffico».


«Le forze dell’ordine da sole non ce la fanno», commenta Raffaele Speranzon (Pdl) che per oggi annuncia l’arrivo in città di 30 militari su richiesta della Provincia. Vianello cita i dati del ministero dell’Interno, diffusi ieri dal Sole 24 Ore. I reati calano ovunque dell’8,1 per cento. Ma quel che più interessa è che Venezia non compare mai ai primi posti come «città pericolosa». Furti, rapine, omicidi, truffe e scippi: Venezia non è mai tra i primi dieci, solo alla voce «borseggi» è ottava con 3 mila episodi, il 28 per cento in meno dell’anno precedente. Il segno meno appare poi su tutte le voci dei reati (vedi tabella qui sopra). Segno che in qualche modo le forze dell’ordine lavorano anche senza Esercito. E che Venezia, tutto sommato, è una città tranquilla. «Dunque meglio non prendersi in giro», dice Vianello, «i militari li usino dove serve, per cose più serie. Qui non servono, non c’è alcuna emergenza». Altro discorso riguarda il commercio ambulante abusivo. In alcune zone e in alcuni periodi un fenomeno che disturba, soprattutto i commercianti. Ma non certo un’emergenza di ordine pubblico. «Per contrastare il commercio abusivo basta che mi diano carabinieri in borghese», dice Vianello.


Ma il tam tam non si ferma. Sull’onda della politica nazionale, anche il centrodestra veneziano insiste sull’uso dei militari. La presidente della Provincia Francesca Zaccariotto ha annunciato che manderà i 48 agenti della Polizia provinciale a presidiare le spiagge, i primi si sono già visti a Bibione. «Demagogìa di un governo che parla di sicurezza ma toglie risorse alle forze di polizia», dice il parlamentare dei Ds Andrea Martella, «il prefetto convochi al più presto il tavolo per la sicurezza evitando così fughe in avanti di amministratori in cerca di visibilità». Al coro di «no» all’invio dell’Esercito si aggiungono anche numerosi consiglieri comunali e provinciali del Pd. «Nessuno li ha chiesti questi militari», dice il capogruppo del Pd in Consiglio comunale Claudio Borghello, «e come sempre siamo al folklore. Grande clamore mediatico, annunci e risultati zero. Un premio a chi vedrà i soldati». Giannandrea Mencini (Verdi) giudica «grave» che la Provincia metta i suoi agenti a caccia di vu’ cumprà invece che di pescatori e cacciatori abusivi.

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