Sinti trasferiti, bufera a Mestre. Cacciari: "E’ una scelta di civiltà"

Il trasloco dei sinti nelle 38 nuove casette ha scatenato reazioni contrapposte. Il sindaco Massimo Cacciari plaude, Lega e Comitato del No si dicono pronti a dare battaglia
Infiamma la polemica sul trasloco delle famiglie sinti nel nuovo villaggio, avvenuto durante la notte scorsa. La Lega lancia strali contro il Comune. Il sindaco Massimo Cacciari difende con forza le proprie scelte. «Era tutto in regola e abbiamo deciso il trasloco. E’ una scelta di civiltà che porterà questa gente a vivere in condizioni dignitose e ad essere sempre più integrata con i nostri concittadini. Due ricorsi al Tar e uno al Consiglio di Stato vinti ci dicevano che tutto era in regola, pertanto abbiamo deciso di procedere. Una scelta che non abbiamo fatto noi, ma che risale a molti anni fa». Precisa: «La decisione di traslocare di notte è stata presa dai vigili urbani per questioni di ordine pubblico. Una materia di cui non mi occupo e che ho delegato». Paura delle contestazioni dei leghisti? «Possono fare anche mille gazebo, ma la scelta è fatta e la difenderemo».


I sinti rimarranno dove si trovano. «Le varianti urbanistiche - chiosa secco Cacciari - non si fanno con le firme dei comitati». L’onorevole Corrado Callegari, leader del Carroccio provinciale, grida al «blitz». «Chi non ha nulla da temere né da nascondere - ha dichiarato - agisce alla luce del giorno, senza paura, come abbiamo sempre fatto noi. Gli uomini di Cacciari hanno agito nel cuore della notte, come ladri in azione. E visto che da Ca’ Farsetti hanno deciso di agire trincerandosi nel buio, noi, come risposta, lavoreremo alla luce del giorno». Il Carroccio non si arrende. «Abbiamo già pronti cento gazebo che verranno allestiti simultaneamente in tutto il territorio del Comune. Il nostro intento è quello di raccogliere le firme per sostenere la variante urbanistica che cambierà la destinazione d’uso di quell’area in via Vallenari. Da villaggio sinti quelle casette dovranno divenire residenze per anziani e disabili, a disposizione dei concittadini che sono bisognosi di aiuto».


Il Pd risponde per le rime. «E’ stato un blitz - dice in tutta risposta il coordinatore provinciale del Pd Gabriele Scaramuzza - ma non ce ne vergognamo assolutamente. Se qualcuno non avesse avvelenato i pozzi della discussione, non avremmo avuto necessità di trasferire i sinti durante la notte». «Siamo soddisfatti - commentano Scaramuzza e il coordinatore comunale Alessandro Maggioni - si tratta di un passo importante per costruire quelle condizioni di vita dignitose che sono, in ogni società civile, la premessa ineludibile di ogni principio di legalità e di rispetto delle norme. In questo senso - rilevano - l’apertura del nuovo villaggio è l’esito conseguente delle politiche di integrazione avviate nel corso degli anni dall’amministrazione». Sulla stessa linea d’onda il capogruppo di Rifondazione Comunista Sebastiano Bonzio: «E’ importante che si sia scelto di includere questi cittadini veneziani nella comunità e che si sia deciso di farlo puntando non alla loro integrazione ed all’omologazione culturale ma, piuttosto, all’interazione tra culture diverse e scegliendo dunque la sfida del reciproco rispetto tra i modi differenti di intendere la vita». A gettare acqua sul fuoco è invece l’azzurro Renato Boraso: «Sono esterrefatto per il metodo - sbotta - un blitz armato con tanto di polizia locale e forze dell’ordine. Ne chiederò conto al Prefetto e alla Questura».


Domanda Boraso: «Nella delibera di trasferimento si dice che Veritas si occuperà dello sgombero del vecchio campo: pagheranno il conto sempre i cittadini veneziani?». (m.a.)

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