Sinigaglia: «Non cederò al ricatto.Piuttosto mi trasferisco in Austria»
VENEZIA. Il gioco nel quale Paolo Sinigaglia - presidente amministratore delegato e padre-padrone di Alpieagles - si è cacciato è quello di Davide contro Golia. Tutto lo stadio fa il tifo per lui ma non può vincere. Ha contro le grandi società pubbliche.
Sostenute dai burosauri di Stato. Una triangolazione che rischia di stritolarlo. Non vogliamo certo farlo santo prima che muoia, anche perché un San Paolo Sinigaglia imprenditore troverebbe pochi devoti. Come sanno bene quelli che lavorano per lui.
Ma le carte dimostrano che i rapporti tra Alpieagles ed Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, non si sono incagliati solo sulla normativa. Toccano anche, forse soprattutto, i soldi. L’ultima notizia che filtra dalla compagnia veneta suffraga clamorosamente questa tesi: Donatella Sartore, la compagna di Sinigaglia che Enac ha imposto a capo della società aerea come accountable manager, incarico finora ricoperto da Sinigaglia - di fatto dunque defenestrato perché ritenuto inaffidabile - è tornata da Roma con la richiesta di una delega per un milione di euro. Enac vuole che lei abbia «piena responsabilità, autonomia e poteri operativi, organizzativi e finanziari». Un milione sarebbe considerato prova sufficente. Figurarsi la risposta di Sinigaglia: picche. Così Enac sarebbe scesa a 400.000 euro, ma forse anche 300.000 potrebbero bastare.
Gira il vento.
Domani è previsto un nuovo incontro a Roma, in cui Enac dovrebbe finalmente sciogliere la prognosi: archiviare il procedimento di sospensione della licenza di Alpieagles, ancora in atto. O mettere a terra la compagnia. «Noi non ci andremo - dice Sinigaglia - ci siamo stancati». Secondo lui è cambiato il vento: il presidente di Enac Vito Riggio (in scadenza) sarebbe stato convocato venerdì scorso dal viceministro Cesare De Piccoli. Il fatto è interpretato come dimostrazione che i sospetti di un intento persecutorio verso Alpieagles non sono campati in aria. La verifica di questo sospetto era stata chiesta anche da un esponente di rilievo del centrosinistra veneto, Massimo Carraro.
Voli tagliati.
Ciò non toglie che Alpieagles abbia dovuto ridimensionare i piani di volo, rapportandoli alle effettive capacità aziendali che non consentirebbero la copertura di tutte le tratte. La riduzione dovrebbe riguardare un numero tra i 10 e i 14 voli a settimana sulle tratte Bari-Praga, Bari-Barcellona e Bari-Atene. Successivamente verrebbe eliminato il Mosca-Venezia e il Bari-Mosca. «Tutte linee che non guadagnano - taglia corto Sinigaglia -. E comunque sono tratte che loro mi hanno ordinato di coprire. Me ne sbarazzo volentieri. Come vettore italiano io devo stare ai loro ordini, cosa che possono permettersi di non fare Ryanair e Easy Jet, vettori inglesi, sottoposti all’autorità europea, che dà regolarmente loro ragione. Tanto che non pagano l’addizionale sui carburanti, mentre io sì. Per questo sto studiando la possibilità di trasferire la società in Austria».
Royaltes sui carburanti.
Questa è una storia nella storia. La piccola compagnia veneta ha pagato il 18 maggio scorso 522.432,75 euro di royaltes sui carburanti all’Agip. Sono diritti aeroportuali, che vengono girati a Save. La somma è costruita a colpi di millesimi di euro: esattamente 0,00768 per ogni litro di benzina rifornita. Sinigaglia sostiene che la cifra è illegalmente pretesa almeno dal dicembre 2005, quando le royaltes sui carburanti sono state cassate dalla legge 248/2005, articolo 11-tedercies («In base alla direttiva 96/97/CE del Consiglio, del 15 ottobre 1996, non possono essere applicati dai gestori aeroportuali e dai fornitori dei servizi sovrapprezzi, in particolare royaltes sulla fornitura dei carburanti, non effettivamente connessi ai costi sostenuti per l’offerta del medesimo servizio»).
Scaroni tace.
Ma le proteste di Sinigaglia non portano a nulla. L’Agip è una società dell’Eni, diretta dal supermanager Paolo Scaroni, un vicentino che ha girato il mondo, ha diretto società negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Francia, prima di tornare in Italia a dirigere l’Eni guadagnando 10 milioni di euro all’anno. Un pezzo grosso, che confina direttamente con il governo, perché l’Eni è sottoposta al controllo del ministero del Tesoro. Può una società controllata dal governo andare contro disposizioni del governo? Alpi Eagles non è l’unica compagnia a protestare. Altre hanno fatto ricorso all’autorità giudiziaria, per avere ragione. Le società petrolifere aspettano che la magistratura si pronunci, ma intanto pretendono il pagamento delle royaltes, altrimenti non riforniscono di carburante gli aerei. Che restano a terra.
Il match con Marchi.
Sinigaglia ovviamente protesta anche con Enrico Marchi, presidente della Save, destinataria delle royaltes sui carburanti. Un discorso tra sordi. Chiede ripetutamente l’intervento di Enac. Senza esito: alle lettere di Alpieagles Enac non ha mai risposto. Così, stretto tra l’incudine di Roma e il martello di Venezia, Sinigaglia inquadra nel mirino il nemico più vicino: la Save, di cui peraltro conosce vita morte e miracoli essendo stato socio sia privato (con la società Titano) che pubblico (con la Veneto Sviluppo), oltre che cliente come Alpieagles. E spara a zero. I rapporti con Marchi, mai idilliaci, peggiorano drasticamente quando Sinigaglia comincia a contestare a Save l’arbitrarietà di 1,75 euro di tassa a passeggero pretesa per il servizio di «controllo sicurezza bagagli».
Altri 900 mila euro.
Questo servizio ha qualche stranezza: prima di tutto viene assicurato indipendentemente dal fatto che i passeggeri abbiano o meno bagagli al seguito; poi, non risulta tra quelli autorizzati dalle tabelle Enac, che alla voce Aeroporto di Venezia prevedono euro 6,33 per diritti aeroportuali; cifra peraltro tra le più alte degli aeroporti italiani, superiore a Linate (5,33) e a Malpensa (5,67) ma anche a Torino (5,30), a Brescia (3,74), a Trieste (4,31) e via elencando. Con i suoi 500.000 passeggeri all’anno Alpieagles lascia a Save altri 900.000 euro di diritti che Sinigaglia ritiene arbitrariamente pretesi. Per questo li ha ribattezzati «tassa Marchi».
Replica di Save.
Precisiamo che, a nostra domanda, la Save risponde di avere l’autorizzazione Enac per richiedere le royaltes sui carburanti, attraverso una lettera o circolare fatta avere alla direzione dell’aeroporto, in cui si riconoscerebbe il servizio effettivamente reso alle compagnie petrolifere e alle società di navigazione aerea per occupazione di suolo pubblico, accesso al piazzale e coordinamento di scalo. Quanto alla tassa di 1,75 euro a passeggero per controllo sicurezza bagagli, si tratta di una media.
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