Sinigaglia lascia il timone di Alpi Eagles
Ultime frenetiche trattative per scongiurare il blocco della compagnia e la messa a terra degli aerei. Il patron cede alle pressioni dell'Enac e nomina al vertice la compagna
VENEZIA. Scongiurato lo stop di Alpi Eagles. Alla fine Paolo Sinigaglia ha accettato di farsi da parte e di cedere la gestione operativa alla sua compagna Donatella Sartore, come aveva chiesto l'Enac. Ieri sera a tarda ora è arrivata la notizia in un secco comunicato con il quale si sottolinea che la decisione è stata presa «nell'interesse della società, dei terzi e soprattutto dei 300 collaboratori dell'azienda».
Si chiude così, almeno per ora, il braccio di ferro, come sembra scongiurata la fermata della compagnia e la messa a terra degli aerei. Per tutta la giornata di ieri si sono tenute riunioni in casa Alpi Eagles per scongiurare una soluzione che avrebbe avuto conseguenze inimmaginabili sul traffico e sul turismo dei mesi estivi, anche se la condizione posta dall'Enac, è molto indigesta per il proprietario di Alpi Eagles, attennuata solo dal fatto che a prendere il suo posto è la compagna, Donatella Sartore, che aveva già delegato nei giorni scorsi a sostituirlo. Sinigaglia ha visto schierarsi ieri dalla sua parte il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan che è sceso in campo a difendere la compagnia accusando i sindacati di essere i veri responsabili della situazione e dei ritardi.
«I disservizi di cui giustamente si lamentano i viaggiatori dipendono da certi fannulloni dell'aria che pensano solanto ai loro interessi e nulla fanno per sostenere una compagnia che è importante per il Veneto e per l'intero Nordest», dice Galan.
Ricordando la vicenda dell'Alitalia, Galan sostiene che Alpi Eagles minaccia di fare la stessa fine e di arrivare ad un crack. «C'è più di qualcosa che non va in questa vicenda che ha sottoposto Alpi Eagles ad un attacco assai pericoloso perchè infido e profondamente scorretto». Galan sostiene che l'azienda è sana e che è stata raccolta dal baratro in cui era precipitata proprio dall'abilità di Sinigaglia: «Un imprenditore che a detta dello stesso presidente dell'Enac, Vito Riggio, si è dimostrato abile in campo finanziario e industriale».
Dunque secondo Galan la ragione ultima della crisi sta nell'atteggiamento sindacale e negli scioperi bianchi di questi giorni. Ma il problema era che Riggio chiedeva che Sinigaglia lasciasse ad altri gli incarichi operativi nell'azienda. E ieri l'autorità che governa il settore aeroportuale aveva minacciato di ritirare la licenza sul traffico aereo. I passeggeri, dice l'ente, siano avvertiti, e facciano in modo «di prestare attenzione a quanto l'Enac comunicherà il 6 luglio, cioè domani, sulla presentazione del piano di rientro e sulle garanzie ottenute oppure sulla messa a terra degli aerei».
Che cosa intenda l'Enac per piano di rientro è scritto nella prima lettera mandata ad Alpi Eagles con la notizia dell'apertura del procedimento. In questa si dice che l'operativo della compagnia è sproporzionato e non tiene conto delle limitazioni della flotta, del numero degli equipaggi a disposizione: «La struttura organizzativa della compagnia - dice - è inadeguata a garantire il regolare svolgimento delle attività pianificate». Insieme a questo l'Enac si dice convinto che non sia «più rinviabile un avvicendamento al vertice decisionale della stessa». Nella lettera poi l'Enac fa riferimento alle dimissioni al vertice dell'Alpi Eagles, cui la compagnia ha già però posto rimedio con le nomine decise nei giorni scorsi e che hanno trovato il benestare dell'ente.
Restava sul tappeto, dunque, la questione della rimozione di Sinigaglia dai vertici operativi che ieri sera è stata accettata. Il braccio di ferro è stato risolto alla vigilia della scadenza dell'ultimatum dell'Enac, anche se non è certo l'ultima parola su una vicenda che minaccia di avere strascichi giudiziari, dato che Sinigaglia non ha certo accettato di buon grado la resa.
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