Sgarbi all’attacco: nuovi pontili orrendi
Il soprintendente all'attacco: "Transatlantici fuori contesto architetti da prendere a calci nel sedere. Codello distratta nell’approvarli"
VENEZIA.
«Chiederò al ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi di intervenire per bloccare i nuovi maxiapprodi dell’Actv, a cominciare da quello dei Giardinetti Reali. Sono orrendi, giganteschi e totalmente fuori contesto in una città come Venezia, bisognerebbe prendere a calci nel sedere l’architetto che li ha progettati».
La denuncia è del nuovo soprintendente al polo museale veneziano - ora da lui ribattezzato “per i Musei e le Gallerie Statali di Venezia” - Vittorio Sgarbi, che ha presentato ieri il suo programma alla Ca’ d’Oro (ne riferiamo nelle pagine della Cultura) e che però ha duramente attaccato l’intervento che tante proteste sta suscitando a Venezia tra i cittadini per il suo impatto e che era già stato portato all’attenzione del ministro dei Beni Culturali dal rettore dell’Iuav Amerigo Restucci, con la presentazione di un dossier sull’approdo dei Giardinetti Reali - da ieri aperto al pubblico - ma anche su quelli della Pietà e di Santa Maria Elisabetta al Lido, che ne ricalcano le caratteristiche.
Il target dei nuovi pontili Actv - realizzati da Pmv, l’azienda che si occupa della logistica del trasporto acqueo e affidati per la progettazione agli architetti Pierpaolo Fugali e Luca Gasparini, di Mestre - è sostanzialmente lo stesso, e privilegia le grandi dimensioni per fare fronte alla domanda turistica crescente, oltre che l’uso di materiali come il cemento e l’acciaio. Ma una delle caratteristiche delle strutture - ormai evidente, anche per l’enorme copertura che le sormonta come un condor, sostenuto da piloni in lega d’acciaio e zinco - è quella di nascondere alla vista il paesaggio circostante, senza porsi, evidentemente, il problema del rapporto con gli edifici monumentali che le circondano.
I maxipontili sono stati autorizzati con i poteri del commissario al moto ondoso - «bypassando» così il parere della Commissione di Salvaguardia - e con il placet della sovrintendente ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia Renata Codello, che ha seguito da vicino tutta la loro realizzazione e li ha più volte difese dalle critiche, definendo passatisti e cultori di una Venezia da cartolina i contestatori.
«Sono una specie di transatlantico, sono troppo grandi - commenta ancora il sovrintendente Sgarbi a proposito di essi - e poi il disegno di un pontile deve essere fatto sul tema della bricola, in legno e non in metallo patinato. E mi dispiace che, a sbagliare, sia stata anche la soprintendente Codello, l’unica persona di cui ho parlato con affetto. Evidentemente, nell’autorizzarli, si è distratta. Cercherò di parlare con il ministro Bondi per impedire che vengano ripetuti simili errori, in una sorta di effetto-metastasi. So di non essere il prefetto e di avere poteri limitati in merito, ma quel che penso lo dico e voglio che si sappia che il Sovrintendente alle Belle Arti è contrario».
Gli strali lanciati da Sgarbi hanno accomunato i nuovi pontili alle installazioni della collezione Pinault poste all’esterno di Palazzo Grassi per la mostra Mapping the studio e anch’esse autorizzate dalla soprintendente Codello. «Non è contemporaneo - ha detto Sgarbi - un deficiente che mette fuori di Palazzo Grassi un pacchetto di sigarette ingrandito, anche se sono contrario al messaggio del fumo che uccide, o una carcassa di automobile carbonizzata: è un’idiozia senza nome di una logica aberrante dell’arte contemporanea destinata a morire, una goliardata. Tra automobile e pontili c’è un inquinamento estetico: è il pregiudizio dell’arte contemporanea».
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