Scorzè, donna in coma da novembre"Chiedo l’eutanasia per mia moglie"
L’uomo: "E' la sua volontà, lo ha scritto nel testamento e ora la farò morire in Olanda"
Anna Busato con il marito
SCORZE’
. Hanno trascorso insieme la vita, in una casa di campagna fatta su misura per loro, a Gardigiano. E adesso che lei è in coma lui si sta battendo per vedere esaudite le richieste che Anna ha lasciato scritte nel testamento, chiedendo di poter staccare la spina.
Anna Busata, 57 anni, è in coma dal 4 novembre per una emorragia cerebrale. E’ stata ricoverata dapprima nel reparto di terapia intensiva di Mirano, e poi, dal primo febbraio, è stata trasferita alla lungodegenza di Noale. Da alcune settimane è tornata nella sua casa di Gardigiano, dove il marito Martien Van Der Burgt, 62 anni, di nazionalità olandese, continua a prendersi cura di lei, in una camera attrezzata con tutte le apparecchiature necessarie. «Oggi (ieri, ndr) però - spiega il marito - Anna è stata male, per un edema sviluppato all’occhio». E così in serata è stata portata al pronto soccorso di Mirano, dove poi è stata ricoverata per la notte. Van Der Brugt questa mattina sarà di nuovo al suo fianco, a tenerle la mano. E proprio perché ha deciso di continuare a starle vicino, per Anna continua a chiedere l’eutanasia.
Anzi, è lei stessa a chiederla, dato che nel testamento redatto prima di essere colpita dalla malattia, autorizza e chiede ai medici di staccare la spina in caso di coma. In Italia però l’eutanasia non è prevista dalla legge e così quando l’uomo ha mostrato il testamento ai medici dell’ospedale di Noale, si è sentito rispondere che loro non potevano farci proprio nulla. «L’eutanasia in Italia è illegale - spiegano sinteticamente dall’Asl 13 - e quindi la sua richiesta non poteva essere esaudita». Van Der Brugt ha raccontato la sua storia a «Radio Netherlands international».
E lui adesso, dopo essere uscito dal pronto soccorso di Mirano, continua a difendere la sua scelta: «Molti medici italiani sono a favore dell’eutanasia per i pazienti terminali - ha raccontato - ma la procedura in Italia e’ illegale. Lo so che in Italia non si può, ma il testamento di mia moglie per me è come un ordine, e fino a quando non avrò la certezza che non potrò fare nulla per esaudirlo, io vado avanti per la mia strada. Sono il marito ed ho il dovere di fare il possibile per fare in modo che si realizzino le sue volontà».
La strada di Van Der Brugt potrebbe passare per l’Olanda. L’uomo ha deciso di rivolgersi alle strutture mediche del suo Paese d’origine, dato che Anna ha la doppia cittadinanza. «Nessuno per ora mi ha aiutato - racconta - perché dicono che Anna non ha una copertura medico sanitaria in Olanda, ma non possono tenere conto solo di queste questioni tecniche. Sono dei burocrati, e non hanno tenuto conto dell’aspetto umano».
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