Sartor verso il fallimento

Impianti chimici verso la chiusura. Vinyls pronta a portare i libri in Tribunale
Ad appena 15 giorni dall’acquisto di Ineos Italia, Fiorenzo Sartor annuncia di voler portare in tribunale i libri contabili della società appena costituita, Vinyls Italia che già da oggi dovrebbe procedere allo spegnimento e alla bonifica degli impianti, fermi da giorni per mancanza di materia prima. Per venerdì prossimo è convocato il consiglio di amministrazione di Vinyls che formalizzerà - salvo improbabili fatti nuovi che potrebbero arrivare dal «tavolo nazionale» per la chimica previsto per domani a Roma - la procedura fallimentare.


Nuovo colpo di scena, l’ennesimo, nella tormentata vicenda dell’acquisizione degli impianti di cvm/pvc messi in vendita dalla multinazionale inglese Ineos e acquistati - dopo una lunga e contrastata trattativa durata nove mesi- dall’imprenditore trevigiano, Fiorenzo Sartor. Il tempo di cambiare nome alla società - diventata Vinyls Italia con azionista unico lo stesso Sartor - ed ecco scoppiare un nuova e forse definitiva emergenza. Come già stava pensando di fare la multinazionale Ineos - oberata di debiti e con un capitale sociale sostanzialmente azzerato - fino a pochi giorni prima della vendita dei suoi impianti italiani, ora è lo stesso Sartor a voler portare i libri in tribunale e tentare un concordato preventivo con i creditori.


Una decisione in tal senso è già stata presa dal consiglio di amministrazione di Vinyls riunitosi ieri a Marghera, ma sarà formalizzata solo venerdì prossimo, in una nuova riunione già in calendario, se dal «tavolo nazionale» per la chimica, che si tiene domani al ministero dello Sviluppo con tutte le società della chimica di base che operano in Italia, non arriveranno «novità positive». Novità, che secondo Sartor potrebbero sbloccare «l’empasse» creatosi a Porto Marghera dove, da giorni, gli impianti non stanno producendo pvc per mancanza di materia prima (dicloretano ed etilene) che Eni da deciso di non fornire più finché non le saranno pagati i rifornimenti del mese scorso. Eni, attraverso le controllate Syndial e Polimeri, ha ripetuto di non aver nessuna intenzione di ripetere la negativa esperienza avuta con Ineos. La multinazionale inglese, infatti, ha accumulato oltre 70 milioni di debito (dei quali una prima rata di 10 milioni dovrebbe essere pagata da Sartor entro questo mese) a forza di non pagare le forniture di materia prime.


Stessa cosa sta per accadere ora, visto che Sartor non ha pagato le forniture già avute alla scadenza (venerdì scorso) lamentandosi dei prezzi troppo alti praticati dalla società dell’Eni che, a loro volta sostengono di applicare «prezzi in linea con i nostri costi e l’andamento del mercato internazionale». Tant’è che ieri a Marghera è arrivata una nave carica di dicloretano della francese Arkema, acquistato da Sartor «a meno della metà del prezzo offerto dalle società dell’Eni». Ma senza l’etilene di Polimeri (essenziale, insieme al dicloretano, per produrre cvm e poi il pvc) Sartor non può far nulla.


Anzi, come comunicato ieri dai tecnici di Vinyls Italia a quelli delle società dell’Eni, da oggi dovrebbero cominciare le operazioni di spegnimento degli impianti e il loro successivo svuotamento e bonifica; tutte operazioni molto complesse, pericolose e lunghe che, se attuate fino alla fine, porteranno alla chiusura degli impianti.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia