Sartor porta Ineos in tribunale: chiede 200 milioni di danni

L’imprenditore trevigiano Fiorenzo Sartor ha deciso di citare in giudizio Ineos,  accusando il gruppo inglese di "scorrettezze". Alla base della richiesta i prezzi per la fornitura delle materie prime. La vicenda riguarda la fallita acquisizione di Ineos Vinyls Italia
Fiorenzo Sartor
Fiorenzo Sartor
MARGHERA.
«Scorrettezza» e «dolo» durante le trattative. Sono queste le accuse con le quali l'imprenditore trevigiano Fiorenzo Sartor ha deciso di citare in giudizio Ineos, chiedendo al gruppo inglese un risarcimento civile di 200 milioni di euro. La vicenda riguarda l'acquisizione di Ineos Vinyls Italia.

Filiale la cui acquisizione da parte dello stesso Sartor si era conclusa dopo pochi mesi con il subentro di tre commissari straordinari. La citazione - affidata agli avvocati Alessandro Giovannelli e Matteo Delucchi dello studio legale Pavia-Ansaldo di Milano - si basa su presunte responsabilità pre-contrattuali, extracontrattuali e contrattuali della multinazionale inglese e ha come oggetto, in particolare, la fornitura di materie prime.

Secondo i legali dell'imprenditore nelle trattative di acquisizione da parte di Sartor di Vinyls Italia e quindi dei tre stabilimenti di Marghera, Ravenna e Porto Torres, Ineos avrebbe adottato un comportamento scorretto e doloso. Infatti, i prezzi di fornitura delle materie prime «avrebbero dovuto garantire un beneficio economico complessivo di quasi 30 milioni di euro a compensazione dei debiti e della passività di Ineos Italia Vinyls», cosa che non sarebbe avvenuta. Per Fiorenzo Sartor, insomma, il gruppo inglese non ha rispettato l'accordo sulle tariffe. Ecco allora la richiesta di un risarcimento da 200 milioni di euro, pari al valore che avrebbe dovuto raggiungere lo stabilimento di Marghera dopo il piano di rilancio dell'imprenditore trevigiano.


Come richiesta subordinata alla prima, nella citazione gli avvocati richiedono 100 milioni di euro per la perdita di chance e, infine, 29,5 milioni pari a quanto Sartor avrebbe dovuto ottenere come contropartita per l'acquisto di Vinyls. Il rapporto fra Fiorenzo Sartor e il gruppo chimico inglese Ineos si concretizza - dopo un lungo negoziato che ha coinvolto anche le istituzioni - il 31 marzo 2009, con l'acquisizione dell'intero capitale sociale di Ineos Vinyls Italia spa, oggi Vinyls Italia.


Nella prima fase della trattativa Sartor decide di non procedere all'acquisizione se Ineos non si rende disponibile a corrispondere, insieme al trasferimento delle azioni, una somma di denaro volta a compensare una parte della passività di Vinyls Italia. Alla fine, visto la mancata disponibilità del gruppo inglese a investire sulle dismissioni, si trova l'accordo alternativo. Il gruppo Ineos si impegna a fornire materie prime a Vinyls per un certo periodo di tempo a prezzi pari al costo di produzione (salvo ulteriori sconti). In questo modo, Fiorenzo Sartor può ottenere un beneficio economico di 30 milioni di euro. Subito dopo aver acquisito gli stabilimenti l'imprenditore scopre però che i prezzi della fornitura sono molto più alti di quelli concordati e, dopo il fallimento della trattativa Ramco, decide di procedere in giudizio. «Con il suo comportamento completamente irresponsabile e senza scrupoli - scrivono gli avvocati dello studio Pavia-Ansaldo - il gruppo Ineos ha indotto il gruppo Sartor ad acquistare Vinyls Italia a condizioni che non rendevano possibile un piano di risanamento, facendo poi passare il gruppo Sartor come artefice del fallimento di tale società, che per vari anni, fino a meno di due mesi prima dell'istanza per l'amministrazione straordinaria era stata gestita dal gruppo Ineos accumulando ingentissime perdite e debiti pari a circa 100 milioni di euro».

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