«Il matrimonio è per interesse», il sindaco dice no alle nozze

Il caso a San Donà. Lo sposo, recidivo, non conosceva neppure l’età della sua presunta amata. L’ipotesi è che la donna, straniera, volesse ottenere la cittadinanza italiana

Giovanni Cagnassi
Il municipio di San Donà
Il municipio di San Donà

Probabile matrimonio per interesse, il sindaco blocca gli sposi in municipio e si rifiuta di celebrare il rito civile.

È accaduto ieri mattina a San Donà di Piave nel palazzo municipale.

Il primo cittadino, Alberto Teso, è stato chiamato dagli uffici per esprimersi su una coppia alquanto sospetta, lui di San Donà e lei straniera originaria del nord Africa. E, quando ha subodorato altri interessi dietro al matrimonio civile, ha rimandato a casa gli aspiranti sposini.

Poiché si trattava, oltretutto, di un recidivo, il sospetto era quello di un matrimonio per garantire la cittadinanza italiana alla ragazza.

Il sindaco ha posto alcune domande all’aspirante sposo, il quale non sapeva neppure l’età dell’ “amata” e ha tirato a indovinare.

Una situazione imbarazzante che ha rivelato come i due quasi non si conoscessero neppure. Tanto è bastato per decidere di bloccare la cerimonia e mandare tutto a monte, in accordo con gli uffici che avevano manifestato dei dubbi vista anche l’esperienza precedente di un matrimonio in circostanze molto simili da parte dello sposo.

Ora scatterà anche una segnalazione alle forze di polizia per ulteriori accertamenti sulla vicenda e per ricostruire come i due siano entrati in contatto e perché.

«Il matrimonio doveva essere celebrato dalla dirigente del settore», spiega il sindaco Teso, «ero nel mio ufficio e ho sentito confusione. Sono uscito e mi hanno spiegato cosa stesse accadendo. Ho chiesto al futuro marito se sapeva in che giorno compiva gli anni al sua fidanzata. Non lo sapeva.

Gli ho chiesto quanti anni avesse lei. Ha sbagliato di 10 anni.

Sono arrivati altri consiglieri comunali, presenti in municipio per altri motivi, e hanno assistito a tutta la scena». Ci sono stati momenti di tensione e imbarazzo, anche la protesta degli sposi che insistevano per proseguire con la redazione degli anni che seguivano le avvenute pubblicazioni, ma alla fine gli aspiranti al matrimonio hanno dovuto rinunciare definitivamente e fare ritorno a casa. Il sindaco Teso non è nuovo a certi atteggiamenti di fermezza in determinate circostanze sospette.

In passato si è rifiutato anche di concedere cittadinanze a stranieri che non conoscevano a sufficienza la lingua italiana e ha ammonito per il futuro che chiederà almeno una conoscenza elementare della lingua, la capacità di rispondere a semplici domande in italiano.

«Non possiamo transigere», ha aggiunto il capogruppo in consiglio comunale di Fratelli d’Italia, Giuseppe Muzzupappa, «soprattutto in questi casi delicati che nascondono determinati casi umani.

Non vogliamo, oltretutto, assecondare chi vuole sposarsi nascondendo altri fini e interessi che possono configurare addirittura dei reati».

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