Rugbisti nudi alla meta, lo spogliarello è a fin di bene

I giocatori del Mirano e del Casinò Venezia restano in mutande per sostenere la ricerca
CALTANA. La causa era, ed è, meritoria. Mettici di mezzo la festa dell'8 marzo, aggiungici l'aura di macho che ruota attorno ai giocatori di rugby, un po' di sana goliardia e il successo è servito. Perchè altrimenti non può essere definita la serata di lunedì sera al Voodoo Child di Caltana, dove la tradizionale festa della donna è stata ravvivata (con apprezzamento delle partecipanti) da uno spettacolo di spogliarello maschile declinato in ovale: a togliersi i vestiti e correre nudi (quasi nudi, dai...) alla meta infatti sono stati i giocatori di rugby del Casinò di Venezia e del Mirano.


Muscoli e tatuaggi in evidenza, ma anche tanta ironia, il tutto per un fine molto serio: raccogliere fondi in favore dell'associazione «La Colonna», realtà che sostiene la ricerca sulle lesioni spinali e che con il rugby ha un rapporto speciale.


Risultato, quasi 200 euro raccolti all'interno del boccale di birra convertito alla bisogna in contenitore per le mance dei ragazzotti, a cui bisogna assommare una parte dell'incasso, devoluta all'associazione da parte di Andrea e Michele, che da settembre gestiscono il locale.


Lo spettacolo? Beh, per il centinaio di ragazze il divertimento assicurato, per i compagni di squadra degli «artisti» impegnati c'è stata soprattutto la voglia di farsi due risate.


Musica in puro stile disco anni 70-80, a ritmo delle immancabili «Ymca» dei Village People o «Hot Stuff» di Donna Summer. E i rugbisti si scatenano, seguite a ruota dal pubblico femminile, che non disdegna l'occasione per farsi immortalare accanto a colossi umani che di solito con la loro massa sono il terrore dei pacchetti di mischia avversari Tutte soddisfatte? Diciamo che la stramaggioranza è stata per il sì, anche se c'è qualcuna che si è lamentata perchè i giocatori-spogliarellisti non «erano alti». La festa è andata avanti, e alla fine si sono divertiti tutti: chi lavorava al Voodoo, chi festeggiava con le amiche e chi, per una sera, spogliandosi è riuscito a dare un sostegno a una giusta causa.

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