«Rischioso sfidare il tempo biologico»

Nardelli, direttore della Clinica Ostetrica di Padova: sbagliato trarre conclusioni generali
TREVISO. Diventare mamma quando la natura spinge verso la menopausa è un evento limite, anche se non del tutto impossibile. Solo due donne su un milione riescono a rimanere gravide senza ricorrere alle tecniche di fecondazione artificiale in età così avanzata. Quasi un miracolo per dirla con le parole della fede, quello accaduto all'ospedale dell'Angelo di Mestre, senza ricorrere alla procreazione medicalmente assistita (pma).


«Prendiamo atto che esistono delle eccezioni, talmente sporadiche, che esulano da qualsiasi statistica. Il fenomeno di una gravidanza spontanea a 56 anni senz'altro stupisce, la Scienza non può che alzare le mani e prenderne atto. Ma è bene sottolineare che questo episodio non deve essere visto come una speranza per tutte le donne» evidenzia il professor Giovanni Battista Nardelli, direttore della Clinica Ginecologica Ostetrica dell'Università di Padova. Una doverosa premessa poiché sfidare l'orologio biologico che segna la fine dell'età fertile non rappresenta certo una passeggiata, sia che si tratti di un evento “naturale”, sia che si ricorra alla medicina per aiutare il corpo in un'impresa che non è più capace di affrontare da solo.


Professor Nardelli, tecnicamente come è possibile che una donna concepisca durante la menopausa?


«La domanda più frequente che ci pongono le pazienti è come si fa a fare una diagnosi di menopausa. La verità è che non esiste alcun esame di laboratorio per dirlo, l'indicatore clinico è l'assenza di mestruazioni (amenorrea) per un anno. In questo frangente l'organismo si prepara alla fase in cui si esaurisce il periodo riproduttivo. Tuttavia, l'amenorrea non è di per sé un contraccettivo assoluto, anche se una gravidanza così in là con l'età resta un evento di rarità estrema».


Con l'avanzare del tempo cosa accade all'apparato riproduttivo femminile?


«Dai 48 anni in poi la riserva ovarica inizia ad essere inefficace, dopo i 50 anni non è più adeguata e a 56 anni nessun ginecologo si sognerebbe di prescrivere un contraccettivo a una paziente».


Cosa comporta una gestazione in età molto matura?


«Non vanno sottovalutati i rischi per mamma e bambino. L'età della gestante è anche quella dell'utero e di tutti gli organi vitali; si è maggiormente esposti al rischio di complicanze quali ictus, trombosi e infarto, durante la gravidanza e al momento del parto».


In che modo la fecondazione in vitro ha cambiato lo scenario della genitorialità?


«Nella nostra Regione il termine per una gravidanza indotta nell'ambito della sanità pubblica è fissato a 50 anni, ma chi si rivolge all'estero oppure alle cliniche private può varcare questo limite anagrafico».


La fecondazione eterologa (ottenuta con ovuli o sperma esterni alla coppia adoperati per concepire il proprio bimbo) è ammessa in Italia ma stenta a decollare per mancanza di donatori, molti aspiranti genitori si rivolgono all'estero, qual è la fotografia del fenomeno?


«È molto difficile da tracciare e inoltre non abbiamo ancora una popolazione ricca e florida di bimbi nati da ovodonazione, è tutto in divenire ma indubbiamente l'ovodonazione è un surrogato assoluto rispetto alle condizioni prefissate da Madre Natura».


Alla luce della sua esperienza come è cambiato nell'ultimo ventennio il rapporto delle donne con la maternità?


«Sempre meno mamme italiane giovani fanno figli, il Veneto non è da meno, notiamo un costante aumento della popolazione agée, venete e veneti over 40, che si avvicinano al mondo ostetrico per superare una difficoltà di concepimento e avviare un percorso assistenziale per coronare il desiderio di avere un figlio».


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