Residenti a quota 60.052 spopolamento di Venezia incubo sempre più vicino

A breve città sotto la fatidica soglia Venessia.com prepara il funerale 40xVenezia chiede al Comune innovazione
Goccia a goccia, procede inclemente il conto alla rovescia nel numero degli abitanti della città storica, scivolando oramai verso quota «meno 60 mila»: soglia psicologica capace di trasformare una cittadina in un paese, un’area urbana in un contenitore turistico. L’Ufficio Ricerca e Statistica del Comune tiene il conto aggiornato giorno per giorno degli abitanti che arrivano e che se ne vanno: il 22 agosto, i residenti a Venezia città erano 60052. A fine 2008 erano 60311.

Al contrario, guadagna residenti la terraferma e - con questa - tutto il comune, che conta oggi 271.004 abitanti: 1006 in più rispetto al primo gennaio. La curva demografica colpisce ovunque, anche se con un rapporto minore a Mestre-Marghera (1 neonato ogni 1,6 decessi) che a Venezia (1/1,9), ma entrambe le anime del comune attraggono nuovi residenti più di quanti ne cedano. L’appeal, però, non basta a Venezia.


Che fare? Da tempo le associazioni cittadine s’interrogano: oggi le nuove comunità urbane s’incontrano via web.


In vista del tanto temuto sfondamento, Venessia.com sta già organizzando «il funerale della residenza», con bara e corteo funebre per il Caro estinto abitante veneziano. «Le nostre sono provocazioni un po’ goliardiche, ma servono per accendere i riflettori del mondo su vere e proprie emergenze e scuotere l’attenzione», osserva Matteo Secchi. Di Venessia.com il contatore della popolazione in vetrina della farmacia Morelli, a San Bortolomeo. «Il funerale ai veneziani», prosegue Secchi, «vuol essere una manifestazione di denuncia dello spopolamento, per questo invitiamo tutti i cittadini: al di là di diversità di opinione o credo politico, siamo tutti veneziani».


«Il punto di rottura si può invertire con uno sforzo collettivo, il cui traino non può essere demandato al singolo cittadino, ma va sostenuto dall’amministrazione, di concerto con i settori economici», sottolinea da parte sua Chiara Barbieri, presidente dell’associazione 40xVenezia, «sono gli abitanti a dare identità ad una città, con le loro mestieri, le famiglie, i servizi, l’incontrarsi. Da una parte - come abbiamo evidenziato nel nostro Documento Casa - il Comune deve rivedere alcuni processi interni di controllo che non hanno funzionato: troppe abitazioni in edilizia convenzionata sono finite sul mercato immobiliare o turistico. Dall’altra, deve apririsi agli input che arrivano dai cittadini. Un esempio: 40x ha proposto un intervento per l’area ex-Italgas, strategica per residenza, terziario e servizi, a favore di nuovi abitanti ed attività. Siamo convinti che non servano grandi investitori privati, ma si possa intervenire con una cooperativa di proprietari che investano per realizzare la loro prima casa, a prezzi ragionevoli: chiediamo al Comune di entrare nel merito». «Ma anche di affrontare altri aspetti della vivibilità», conclude Barbieri, «come il futuro del Fontego dei Tedeschi, venduto dalle Poste: il Comune - con i suoi strumenti urbanistici - deve garantire che quest’edificio simbolo resti un luogo aperto, vivibile dalla comunità patrimoniale cittadina».


A Mestre, il Comune ha in cantiere entro il 2012 un importante pacchetto di nuovi alloggi affidati alla progettazione di Ive-Immobiliare Veneziana: 1200 appartamenti in social housing, a prezzi di affitto calmierati per il cosiddetto «ceto medio». «La soglia dei 60 mila abitanti è un limite e non basta che che a Mestre crescano: Venezia non è certo un quartiere e neppure un centro storico», commenta l’assessore Rumiz, «in autunno ci sarà l’appalto per 32 alloggi all’ex caserma Manin, all’ex Scalera sono in vendita 22 appartamenti a prezzo convenzionato e 18 in affitto. In autunno faremo con l’Elemosiniere l’appalto per 60 alloggi al Coletti e, con Ire, per 120 all’ex casa di riposo Ss. Giovanni e Paolo. Alla Celestia, con Demanio e Arsenale Spa, si lavora a 60 alloggi e 50 al Lido. Tutti a canone sostenibile».

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