Regione Veneto: medaglia per Dragan,ma niente soldi alla famiglia

Il Consiglio regionale consegna una medaglia al muratore bosniaco morto per salvare due bimbi che rischiavano di annegare, ma niente denaro ai familiari. Dopo un pomeriggio di discussioni, la Lega, accusata di razzismo, si dichiara in realtà vittima di sciacallaggio. In tarda serata dietro-front: l'aula stanzierà 50.000 euro. Rimorso o solidarietà?
di Renzo Mazzaro

VENEZIA. Pomeriggio vagamente razzista in aula: in nome del popolo veneto il Consiglio regionale dà la medaglia al povero Cigan Dragan, muratore serbo-bosniaco annegato per salvare due bambini, ma neanche un soldo alla sua famiglia. Poi verso sera il pentimento: pronti 50.000 euro.

Protagonista dello schizofrenico andamento dell'aula è stata la Lega, che oggi accuserà i giornali di non aver capito niente. Può essere: pochi consiglieri della stessa maggioranza possono vantarsi di aver capito perché a tarda sera è diventato possibile per la Cdl votare quello che alle ore 13 si era tassativamente rifiutata di approvare. Più facile pensare ad un cambiamento d'opinione in corsa. Non parliamo del centrosinistra che, dopo l'approvazione dell'encomio ma la bocciatura dello stanziamento, ha lanciato ai leghisti per bocca di Igino Micheletto l'insulto bruciante di «sciacalli». La vera operazione di «sciacallaggio politico», a detta del capogruppo leghista Franco Manzato, sarebbe stata orchestrata da Pietrangelo Pettenò di Rc, il primo a intervenire accusando i leghisti di farsa. Sono le otto di sera, la Lega cerca di riposizionare i birilli: oltre a Manzato parlano Federico Caner, Toni Da Re, Roberto Ciambetti, Daniele Stival, Giampaolo Bottacin. E' un muro di parole, con contorno di polemiche, perché Stival non è una madonnina col collo storto e Pettenò non sta certo zitto. Michieletto invece se n'è già andato. Poi torna e scoppia la gazzarra. Lo richiama più volte il presidente Finozzi. Tiene invece la barra ammirevolmente dritta Nicola Atalmi, Pdci. Allo strucco, l'unica cosa chiara è che la Lega vota lo stanziamento di 50.000 euro per gli eredi di Cigan. Tutto bene quel che finisce bene? Mah. Se a caval donato non si guarda in bocca, potremmo accontentarci. Di certo non faranno i difficili gli orfani di Cigan Dragan: hanno problemi più seri da risolvere.

Odg galeotto. La ricostruzione più credibile è quella fatta da Nicola Atalmi, autore dell'ordine del giorno che scatena il caso. Atalmi (primo firmatario; gli altri sono Variati, Padrin, Marchese, Pettenò, Bettin e Covi) lo propone il 26 luglio, giorno dei funerali del povero Dragan. Per discuterlo subito serve l'accordo di tutti i gruppi. La Lega non ci sta. Si va a trattativa. Atalmi deve cancellare tre frasi: 1) «il suon nobile atto dimostra come vadano respinte le tendenze all'egoismo sociale e alla xenofobia»; 2) «sintonia con le espressioni di cordoglio e riconoscenza del presidente della giunta dott. Giancarlo Galan» (anche Galan censurato!); 3) «la Regione Veneto si unisca al sostentamento della famiglia». Pur di parlarne, Atalmi accetta. Il nuovo odg dice: «A Cigan Dragan, 31 anni, muratore serbo bosniaco, padre di due bambini, migrante nel Veneto, va la gratitudine de Consiglio regionale; il suo nobile atto rimarrà per sempre impresso nella coscienza e nel cuore del popolo veneto, da sempre modello di generosità e solidarietà».

Niente soldi. Ore 13, tutti d'accordo, voto all'unanimità. Si alza Raffaele Bazzoni, forzista, presidente della commissione sanità e ricorda che esiste un emendamento, previsto in discussione successiva, che estende il riconoscimento economico straordinario sino ad un massimo di 50.000 euro, previsto per militari e civili caduti nell'adempimento delle loro funzioni, anche a «persone o loro eredi che a prezzo della vita o di una invalidità permanente abbiano salvato vite altrui nel territorio veneto». Votiamolo adesso, propone Bazzoni. Ok, dice la giunta per bocca dell'assessore Elena Donazzan. Nossignore, dice Manzato per bocca sua. E chiede una sospensione. Al rientro, Bazzoni e la Donazzan ritirano la proposta. L'aula capisce che la Cdl, su pressione della Lega, non vuole scucire quattrini, pur avendo appena approvato un odg che definisce eroe il povero Dragan. Inevitabile la rissa.

Epilogo. Anche gli sciacalli hanno un'anima, verrebbe da dire con Pettenò, che nella replica ai leghisti aveva tenuto una lezioncina di zoologia sul comportamento di queste bestiole. Sia stato un equivoco o un ripensamento, la Lega informa il popolo veneto che non ha mai avuto niente in contrario e vota l'estensione di un contributo fino a 50.000 euro «anche» a uno come Cigan Dragan. O meglio voterà, perché alle 21,30 la seduta è rinviata.Amareggiati da quanto accaduto i consiglieri dell'Udc Flavio Frasson, Onorio De Boni e Francesco Piccolo a loro volta informano di aver girato il gettone di presenza di ieri alla famiglia Dragan. Sono 250 euro a consigliere. Moltiplicato 60, 15.000 euro. Su, coraggio.

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