Regionali in Veneto Bortolussi: "Partita dopata ma non mollo"

"Il centrodestra pagherà i suoi errori in Regione per Venezia"
Inceneritore, elettrodotti, nucleare e commercio. Tutti i nodi verranno al pettine. Io ci sarò
Giuseppe Bortolussi
Giuseppe Bortolussi
VENEZIA.
«Quanti chilometri ho percorso? Migliaia. Siamo stati ovunque, anche nei centri piccolissimi. A Venezia è stato più facile, qui mi conoscono tutti». Giuseppe Bortolussi, candidato alla presidenza della Regione Veneto per il centrosinistra, promette: «Io non mollo fino all’ultimo». Lei continua a ripetere che questa è una campagna elettorale dopata. «Di più, è sconcia. Qualcuno ha cominciato prima, utilizzando la notorietà di ministro per andare sempre in tv».


«Ora - continua il candidato governatore - se lui rifiuta un confronto, per par condicio io non vado in televisione. Quando ero assessore a Venezia, in televisione ci andavo pochissimo, è anche questione di buon gusto. Zaia così ottiene il risultato di non farmi parlare. Allora io giro per le tv private e nel territorio. Io lo chiamo il delitto perfetto. E aggiungo che il sassolino lanciato con gli esposti in Procura di Atalmi e Ruzzante su come è stata condotta la campagna elettorale da Zaia, con prove oggettive, potrà trasformarsi in una valanga in futuro. Confido nel lavoro dei giudici».


Cosa le chiede la gente?
«Mi chiedono della crisi e del lavoro che manca; mi chiedono della sanità, dalle liste d’attesa troppo lunghe all’assistenza post ricovero. I vecchi si preoccupano per il futuro dei giovani. La gente vuole speranze e capire quanto durerà la crisi. E io spiego che nessuno ha bacchette magiche, passerà ma ci vorrà almeno un altro anno. Lega e Pdl hanno la coda di paglia. Hanno le simpatie del piccolo commercio che chiede di fermare la grande distribuzione. Ma se ci sono 300 metri quadri di spazi commerciali per abitante, questo non lo abbiamo deciso noi, ma il centrodestra. Nel bilancio 2005-2010 della Regione nei settori del turismo, dell’agricoltura, del commercio e del sostegno alle Pmi ci sono solo segni negativi, tra il 25 e il 35 per cento in meno. Per fortuna incontro anche persone del centrodestra che mi vorrebbero votare. E quando spiego loro che esiste il voto disgiunto, mi hanno persino ringraziato».


Non sarà comunque facile battere la corazzata del centrodestra.
«Con una campagna partita in ritardo, con risorse che sono un ventesimo di quelle della controparte. Se perdiamo l’importante è avere una coalizione che ci consenta tra 5 anni di essere una vera alternativa. Io non mollo. I nodi verranno al pettine, sarà evidente il deficit di democrazia su scelte come la camionabile, gli elettrodotti di Dolo, gli inceneritori a Marghera, il nucleare. Si tratta di business per il business. La nostra proposta è quella di far diventare il Veneto la prima regione ecologica d’Europa con possibilità enormi. Penso all’Expo di Milano del 2015».


Davide contro Golia. Non si è mai detto: Chi me l’ha fatto fare?
«Certo avevo chiesto la fionda, non me l’hanno data ma ora punto ad un infilargli un dito nell’occhio a Golia. In 5 anni io lavoro sodo, l’ho già fatto da assessore a Venezia: ho realizzato plateatici, regolamenti, la rivitalizzazione commerciale di «Mestre Più» e Rialto. Marcherò il territorio e tra 5 anni saremo di nuovo in corsa, se tutti ci crederanno. Prendiamolo come il riscaldamento. Verranno al pettine i contrasti con il territorio di questo centrodestra che non sa fare programmazione. Tra cinque anni la partita sarà giocabile».


Se dovesse perdere farà il capo dell’opposizione in Regione?
«certo è giusto che lo faccia io, se tutti saranno d’accordo. Io ero rimasto all’organizzazione del PCI di trent’anni fa, che non esiste più. Ma ho tante persone da ringraziare»

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