Rapinatore tradito dal suo gatto Scovato grazie ai peli sulla felpa

Sebastiano Boscolo, giudecchino 33enne con vari precedenti, è finito dietro le sbarre, per la rapina del 20 marzo scorso alla filiale del Banco San Marco alla Toletta. Trovate le tracce del felino negli abiti usati per il colpo
VENEZIA.
Tradito da un pelo di gatto. Del suo micio che lo ha portato in carcere per rapina. Sebastiano Boscolo - 33 anni, giudecchino con vari precedenti - è finito dietro le sbarre con l’accusa di essere il rapinatore che il 20 marzo dell’anno scorso ha colpito alla filiale del Banco San Marco alla Toletta. Il bottino era stato di 4200 euro. Chissà che fine farà ora il povero gatto, in attesa che Boscolo esca dal carcere. Sta di fatto che la bestiola è stata importante per le indagini condotte dagli uomini della Squadra Mobile della Questura per incastrare il suo padrone.


Il giovane il 20 marzo di un anno fa ha deciso di colpire la filiale del Banco di San Marco alla Toletta. Vestito tutto di blu è entrato in azione armato di un coltellaccio da cucina, che ha tirato fuori dopo aver oltrepassato la bussola. Si è fatto consegnare i soldi della cassa ed è scappato. Erano da poco passate le 13. Si è diretto verso San Barnaba e l’Accademia. Il sistema di videosorveglianza ha ripreso il rapinatore mentre colpiva: ma dalle immagini si riusciva a capire ben poco, perché l’uomo aveva il volto coperto. Fortuna ha voluto che qualche centinaio di metri più in là si cambiasse di vestiti proprio all’interno del cono di ripresa di una telecamera, gettando in un cassonetto il cappellino, il giubotto e la felpa di colore blu che indossava. Infilati altri abiti si è allontanato.


I poliziotti della Mobile e del commissariato di San Marco subito dopo il colpo visionarono diversi filmati di telecamere poste in zona e alla fine trovarono anche il filmato del cambio d’abiti. Fortuna ha voluto che Veritas non avesse svuotato i cassonetti permettendo così ai poliziotti di recuperare giubotto, felpa e cappellino buttati via. Negli abiti, la svolta dell’indagine. Infatti sulla felpa la scientifica ha recuperato alcuni peli di gatto, mentre sul cappellino un capello con tanto di bulbo pilifero. Elementi importanti in questi tempi in cui l’indagine scientifica fornisce fondamentali contributi alle inchieste.


Naturalmente si possono intercettare telefonini, ricavare impronte digitali e dna, ma se non si hanno le persone da intercettare e delle quali verigicre il dna, non si va da nessuna parte. I poliziotti convinti dal forte accento veneziano del rapinatore che il loro uomo risiedesse in centro storico, hanno iniziato a prendere in considerazione una decina di possibili responsabili. Controlli dei movimenti dei sospettati e verifiche nei pressi delle abitazioni hanno portato a stabilire che uno solo di questi aveva un gatto del colore dei peli ritrovati sulla felpa. Tra le altre cose come corportura il bandito assomigliava all’uomo ripreso. A quel punto i poliziotti hanno chiesto un mandato di perquisizione al pubblico ministero Paola Tonini e si sono presentati a casa del pregiudicato alla Giudecca.


Durante il controllo hanno notato anche degli abiti compatibili con quelli indossati successivamente al cambio di abiti. Hanno quindi ottenuto anche la possibilità di confrontare il dna di Boscolo con quello ricavato dal capello rinvenuto nel cappellino gettato nel cassonetto dei rifiuti dal rapinatore. E in quel momento hanno fatto bingo. Infatti i due dna coincidevano. A quel punto la dottoressa Tonini, titolare dell’indagine, ha chiesto alla giudice per le indagini preliminari Giuliana Galasso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ieri mattina all’alba i poliziotti si sono presentati in casa da Boscolo e lo hanno arrestato e portato in carcere a Santa Maria Maggiore.

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