Rapina in villa a Cavallino: prima le botte e poi lo sparo, Alberto ha difeso la nonna dai banditi
I rapinatori erano in tre e indossavano un passamontagna. Hanno parlato in lingua italiana senza evidenti inflessioni. Hanno fatto irruzione al piano terra, la nonna pensava a uno scherzo dei nipoti: «Toglietevi la maschera, dai»
Rapina in villa a Ca’ Ballarin, ferito con un colpo di pistola Alberto Biondo, 33 anni, per aver tentato di fermare la violenza di tre malviventi che avevano fatto irruzione domenca sera, 18 febbraio, nell’abitazione in cui vive con i genitori, il fratello e i nonni. È stata una sera di terrore sul litorale di Cavallino, dove la gente è sconvolta.
Alberto Biondo, residente in via Pordelio al civico 224, si trovava al secondo piano con i genitori intorno alle 19.15 quando i malviventi sono entrati nella villetta in cui vive con la famiglia. I rapinatori erano in tre e indossavano un passamontagna.
Hanno parlato in lingua italiana senza evidenti inflessioni. Hanno fatto irruzione al piano terra della villa che si sviluppa su tre piani. E lì hanno trovato la nonna di Alberto, 80 anni, che è stata subito immobilizzata, percossa e buttata a terra.
L’anziana, colta dal panico ha iniziato a gridare richiamando l’attenzione. Dal secondo piano è corsa la mamma di Alberto che ha sua volta ha iniziato a urlare ed è stata prontamente immobilizzata dai tre uomini.
A quel punto sono scesi anche, il padre di Alberto, Maurizio Biondo 62enne che lavora in un campeggio sul litorale, e il figlio, campione di body building, che ha lavorato per una stagione per la Jesolo Patrimonio ed è conosciuto sul litorale, appunto, per la sua passione per il culturismo.
Alberto al momento della rapina si trovava in doccia ma è accorso immediatamente richiamato dalle urla e dai rumori della colluttazione fra i malviventi e i famigliari.
Proprio quest’ultimo ha affrontato i rapinatori e ha cercato di liberare la mamma assieme al padre che per primo si era fatto innanzi rimediando un trauma cranico da percosse: sembra che uno dei rapinatori l’abbia colpito in testa con il calcio della pistola, potrebbe essere lo stesso rapinatore che ha poi affrontato il figlio e gli ha sparato. I ladri, molto probabilmente non si aspettavano questa reazione istintiva e molto vigorosa da parte della famiglia Biondo, per questo hanno deciso di cambiare il piano d’azione.
Per questo motivo, probabilmente, hanno esploso un colpo di pistola, per garantirsi la fuga. Si tratta probabilmente di un’arma di piccolo calibro, quella usata per colpire Alberto Biondo al ginocchio. Il padre Maurizio è stato, invece, preso a pugni da un altro dei malviventi che si trovava in casa, percosse di particolare violenza portate anche con la pistola utilizzata come tirapugni. A quel punto i rapinatori sono usciti all’esterno e saliti a bordo di un’auto.
Auto che è stata trovata poco dopo a Ca’Ballarin, tanto è vero che le attenzioni degli inquirenti hanno compreso, fra le ipotesi di fuga nell’immediato, anche il sopralluogo su un pullman di linea che poteva essere stato preso dai malviventi in fuga per confondersi con i passeggeri.
Alberto Biondo, ferito alla gamba in modo non grave, è stato trasferito d’urgenza con l’elicottero del 118 all’ospedale dell’Angelo di Mestre dove è stato sottoposto ad un intervento al ginocchio in serata. Le sue condizioni non preoccuperebbero. Sotto choc i genitori e nonni che hanno visto la morte in faccia. È ora caccia ai rapinatori che sono riusciti a fuggire nella notte. I carabinieri di Cavallino-Treporti e i colleghi della compagnia di San Donà hanno subito iniziato le ricerche e informato il pm, la dottoressa Spigarelli. I militari hanno passato al setaccio tutta la zona fino a notte fonda anche con un elicottero, ma invano.
Sul posto il sindaco, Roberta Nesto: «Abbiamo le videocamere in questa zona e sono a disposizione degli inquirenti. Le abbiamo potenziate di recente con nuovi investimenti. Non è invece sempre possibile potenziare l’illuminazione perché zone vincolate».
La nonna pensava a uno scherzo dei nipoti: «Toglietevi la maschera, dai»
«Toglietevi via le maschere dai».
La nonna di Alberto, Mirella Follin di 80 anni, che abita al piano terra di via Pordelio 222 col marito Pietro Biondo di 85 anni, quando si è trovata davanti i tre malviventi col volto travisato ha dapprima pensato ad uno scherzo di Carnevale dei suoi nipoti.
Mai avrebbe immaginato quello che stava accadendo. Immediatamente si è ricreduta quando è stata immobilizzata avendo solo il tempo di urlare prima di essere percossa alla testa cadendo a terra mentre i tre entravano in casa e tenevano a bada l’anziano marito. Da una delle stanze al piano terra che comunica con i piani superiori i tre rapinatori hanno avuto libero accesso al primo piano dove abita il figlio di Pietro, Maurizio Biondo di 62 anni, che accorrendo giù dalle scale per le urla della madre ha affrontato per primo i tre che avevano violato l’abitazione.
La madre Carla Lonicci era al terzo piano mansardato a chiudere i balconi. Il figlio Gianmarco di 28 anni in quel momento era fuori casa, mentre l’altro figlio di 33, Alberto, stava facendo la doccia.
Quest’ultimo è accorso al piano terra per affrontarli e difendere il padre dall’intrusione dei rapinatori rimediando una ferita d’arma da fuoco mentre questi ultimi stavano scappando.
Non si conosce il numero di spari esplosi dai rapinatori anche se a terra sono stati notati da chi è accorso poco dopo almeno tre bossoli di pistola.
Tutti i vicini di casa che abitano nel perimetro di un grande cortile dove risiedono più nuclei famigliari sono parenti della famiglia Biondo e non hanno udito i colpi di pistola accorgendosi dell’accaduto solo quando hanno notato il trambusto di forze dell’ordine arrivate sul posto.
Tuttavia, a cose fatte, cresce la paura.
Ca’ Ballarin è una zona isolata, le famiglie che vivono lì si conoscono tutte. Quello che è capitato non fa altro che aumentare il terrore per quello che molti pensavano non accadesse più: gli assalti in villa.
La rocambolesca fuga dei rapinatori ha creato molta apprensione fra i residenti di Cavallino-Treporti. Addirittura si raccontava ieri sera nelle chat e nei social del litorale di un automobilista fermato dai tre in fuga per rubargli l’auto e fuggire con quella.
I residenti di via Pordelio da tre notti avevano notato una strana oscurità nella zona con i lampioni spenti in via della Fonte . La notizia della rapina in villa è rimbalzata per tutta la serata lasciando senza parole gli abitanti della frazione di Ca’ Ballarin che in passato era già stata bersaglio dei ladri ma mai di episodi di tale efferatezza. «Non si può più stare più tranquilli da queste parti», è il commento di una signora che abita in zona. «Ormai entrano e sparano anche all’ora di cena».
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