Processo Mose: «Soldi dei politici all’estero», si indaga per riciclaggio
VENEZIA. Aiutava Giancarlo Galan a portare i soldi delle mazzette all’estero, in Croazia e in Svizzera ma non solo. Per questo il padovano Paolo Venuti, commercialista dell ex governatore del Veneto, è ora indagato per riciclaggio.
L’iscrizione nel registro degli indagati, risalente al 2014, giorno di San Valentino, è emersa ieri in aula nel processo per le tangenti del Mose.
Il professionista ha già patteggiato la pena per corruzione, relativamente alle sovrafatturazioni di Villa Rodella, ma ora è coinvolto nella nuova inchiesta della Procura veneziana che vede indagate più persone.
Persone che, stando alle contestazioni dei pubblici ministeri Stefano Ancilotto e Stefano Buccini, avrebbero messo al sicuro all’estero i proventi delle mazzette non solo di Galan, ma anche di altri politici della Regione.
Un nuovo filone d’inchiesta, dunque, i cui sviluppi dipendono dalle rogatorie internazionali in corso con diversi Paesi europei.
I soldi sarebbero stati portati oltreconfine attraverso società fiduciarie create in Italia e avrebbero varcato diverse frontiere con complessi meccanismi che gli inquirenti veneziani stanno ricostruendo nel dettaglio. E il commercialista Venuti avrebbe avuto un ruolo chiave nella circolazione del denaro a favore di Galan; dalle intercettazioni emergeva che anche la moglie era a conoscenza dei giri di denaro.
Un rapporto di vecchia data, quello tra il professionista e l’ex governatore: i due si erano conosciuti al liceo, avevano condiviso un appartamento a Milano ai tempi dell’Università e successivamente l’uno era diventato il commercialista dell’altro.
E Venuti è stato chiamato a testimoniare dalla difesa dell’architetto Danilo Turato, il direttore dei lavori di Villa Rodella. «Io controllavo i conti delle società di Galan», ha dichiarato il commercialista rispondendo alle domande dell’avvocato Giovanni Chiello.
Il professionista ha confermato che la villa era completata in occasione del compleanno del governatore visto che una stanza fu riservata a Berlusconi. E a margine dell’udienza ha escluso sovrafatturazioni per Villa Rodella: «Ho visto cifre importanti girare, ma non in nero», ha detto.
«Erano bonifici bancari, soldi regolari. Quanto alla nuova inchiesta, pensavo che le accuse fossero cadute».
C'è stato anche un nuovo confronto sulla salute dell’ex presidente Cvn Giovanni Mazzacurati, su cui ha voluto tornare la difesa di Amalia Sartori, rappresentata dall’avvocato Alessandro Moscatelli, per dimostrare che al momento in cui l’ingegnere fece le sue accuse contro l’ex europarlamentare (ottobre 2013), la sua lucidità mentale era pregiudicata.
Lo scrive il consulente di parte Luigi Grezzana che nella relazione prodotta dalla difesa, parlando di “sindrome demenziale di tipo misto” presente già nella seconda metà del 2013 e tale da renderlo “testimone inattendibile”.
Sul banco dei testimoni è salita la nuora di Mazzacurati, Marina Zangirolami, che ha escluso deficit di attenzione e memoria da parte dell’ingegnere. L’ ex addetta stampa del Cvn Flavia Faccioli ha parlato di alcuni momenti di decadimento fisico viste le ripetute cadute. L’ex dg dell Usl 12 Antonio Padoan, membro del Cda della Banca degli occhi di cui Mazzacurati era presidente, ha detto che negli ultimi tempi l’ingegnere aveva dei vuoti.
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