Plateatici e comparse: "The tourist" ha speso 10 milioni di euro
Ecco l'indotto del film tra alberghi, taxi e l’affitto dei palazzi
VENEZIA.
Interi palazzi affittati, motoscafi a profusione, camere negli alberghi a cinque stelle, cene nei ristoranti, costumi, plateatici, addetti alla sicurezza, sarte, parrucchieri, figuranti, shopping e aiutanti giorno e notte di ogni ordine e grado. In tre mesi di riprese la produzione di «The tourist» ha lasciato in città 10 milioni di euro - e magari anche qualcosina di più - per sostenere l’immenso carrozzone del film fino all’ultimo panino dell’ultima comparsa.
Solo la troupe, ad esempio, ha alloggiato per sei mesi all’hotel Danieli, trasformandolo nel quartier generale di lussissimo della produzione. Una ventina le stanze occupate dal regista Florian Henkel von Donnersmarck, dal produttore Lloyd Philips e dai loro assistenti.
Per non dire di Angelina Jolie, che ha voluto l’intero piano nobile di Palazzo Mocenigo, a San Samuele, per i lunghi mesi veneziani insieme a Brad Pitt e ai sei bambini mentre per lo sfiancante casting era stato affittato Ca’ Zanardi, a Cannaregio, e per i bauli di abiti che hanno avvolto il corpicino di Angelina la scelta era caduta su Palazzo Michiel Dal Brusa.
Il su e giù dai palazzi ai set è stato garantito da una flotta di motoscafi a disposizione di attori e regista ventiquattro ore su ventiquattro. Quelli che trasportavano la Jolie, in più, erano precedeuti e seguiti da altri taxi con uno stuolo di guardie del corpo mentre Johnny Depp, un po’ alla Palazzina Grassi e un po’ sul suo veliero nel Canale della Giudecca, si è accontato di una security più - si fa per dire - discreta.
La produzione, almeno fino a ieri, non ha badato a spese, accumulando un conto dietro l’altro, incluso quello dei fruttivendoli che un mese fa avevano fatto le comparse di se stessi al mercato di Rialto. In cambio della giornata persa di lavoro hanno ricevuto mille euro a testa e il cambio delle tende.
Poi c’è stato l’esercito delle comparse. Oltre mille quelle reclutate nell’arco di tre mesi, alle quali sono andati ottanta euro netti al giorno, pasto escluso. Intorno a ogni comparsa si è affollato un nugolo di parrucchiere, truccatrici, costumiste, porta-spilli, allaccia-scarpe, stringi-busto, accorica-orli che ha raggiunto l’apogeo alla scena del ballo alla Misericordia.
Altra voce di spesa consistente è stato l’occupazione del suolo pubblico. Molte le scene girate in esterni, tra cui la stazione, l’Arsenale, Punta della Dogana, San Beneto, Piazza San Marco (martedì o mercoledì con Johnny Depp) e il mercato di Rialto, dove lunedì si replica.
La scena di Depp (anzi della sua controfigura) che vola dalla loggia della Pescheria sul telone di un banchetto non è riuscita bene e il regista la vuole rifare. Mercato chiuso, dunque, e mercatino dell’antiquariato in difficoltà. Gli espositori avevano chiesto mille euro a testa ma la produzione ha fatto quattro conti e, dopo aver già tirato fuori 10 milioni, ha detto niet.
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