Pil veneto torna a crescere trainato dall'export: nel 2011 salirà dell'1,3%

Fedalto: «L'occupazione non tornerà al livello pre-crisi». Edilizia e automotive in difficoltà, bene l'agricoltura
REGGENTE Giuseppe Fedalto guida di Unioncamere Veneto
REGGENTE Giuseppe Fedalto guida di Unioncamere Veneto
MESTRE. Luci e ombre. L'economia veneta lancia segnali «double face», che testimoniano da una parte il concreto arrivo di una ripresa, dall'altra la grave crisi occupazionale che nel 2010 ha fatto perdere alla nostra regione ben 15mila posti di lavoro dipendente. La 12esima edizione dell'«Anteprima alla relazione sulla situazione economica» di Unioncamere regala certo motivi di ottimismo. In particolare, lo scorso anno il prodotto interno lordo del Veneto è cresciuto dell'1,6 per cento, contro il decremento record del 2009, pari a un meno 5,9. Ma il problema occupazionale resta evidente.


Tanto che il presidente di Unioncamere, Giuseppe Fedalto, spiega senza mezzi termini che «non si tornerà mai al livello pre-crisi». All'«anteprima» è stato affrontata anche la questione del federalismo fiscale. Una misura che per il Veneto potrebbe significare soprattutto una cosa: meno tasse. Nella nostra regione la spesa pubblica è un terzo del Pil e solo la Lombardia ha performance migliori.


Ma partiamo dai dati economici. Anzitutto, come detto, la produttività del Veneto ha chiuso il 2010 con un aumento del +1,6%, lasciandosi alle spalle la fase più acuta della crisi. A ciò, si è associato un analogo andamento per la domanda interna (+1,2%) mentre è quasi stagnante la dinamica dei consumi privati (+0,7%) e pubblici (-0,2%). Nel 2010 l'export ha mostrato grande vitalità: più 16,3%, per un valore di 45,6 miliardi (6,4% in più del 2009). La ripresa non è stata sufficiente a sostenere un recupero significativo della struttura produttiva e della domanda di lavoro: il numero di imprese attive è rimasto stazionario (-0,2%), mentre l'occupazione ha registrato un saldo negativo per quasi 15mila unità. Come comparti, riparte la produzione agricola veneta (+7%). Anno positivo anche per il manifatturiero (+6,3%). Male le costruzioni che hanno segnato un meno 8,5% quanto a investimenti. Prosegue la flessione dell'auto: meno 8,6%. Per il 2011 si prevede una crescita dell'1,3%. «Il 2010 è stato un anno di "transizione positiva" - commenta Fedalto -. Sembra che sia stato superato definitivamente il momento di grave recessione che ha messo in ginocchio la nostra economia. Le aziende venete stanno ripensando al proprio modello di business e sono costantemente impegnate a presidiare i mercati mondiali». L'occupazione? «Non si tornerà più ai livelli pre-crisi. Il costo della manodopera non è più sostenibile, servono figure professionali specializzate».


Gian Angelo Bellati, direttore di Unioncamere del Veneto, ha affrontato il tema del federalismo fiscale, sottolineando che se si applicasse in Italia la stessa fiscalità utilizzata in Baviera, invece dei 18 miliardi di residuo fiscale veneto del triennio 2006-2008, la nostra Regione ne avrebbe trasferiti 6, per un risparmio di 12 miliardi. «Contando che il Passante è costato un miliardo - dice Bellati - se ne potrebbero costruire dodici in tre anni». In questo contesto, «fra le regioni italiane, il Veneto è uno di quelli che gestisce in modo più efficiente la spesa e, se tutte le regioni adottassero i nostri parametri, arriveremmo a un risparmio di 28 miliardi».

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