Piccole imprese in rivolta contro le banche «Ecco le chiavi, gestite voi le aziende»

La protesta dell’Api nei confronti dell’Abi per la politica del credito: «Ci stanno affossando»
«Andremo a consegnare le chiavi delle nostre aziende all’Abi di Venezia. I dirigenti dell’associazione bancaria italiana, che hanno studiato alla Bocconi, vengano loro a gestire le nostre aziende e a ripianare i debiti mentre noi ce ne andiamo in pensione». E’ diretto il messaggio che lancia Ivan Palasgo, presidente provinciale di Apindustria Venezia, l’associazione dei piccoli industriali veneziani aderente alla Confapi (Confederazione nazionale delle piccole e medie industrie). Il direttivo dell’associazione si riunirà il 10 settembre per organizzare una protesta eclatante, in tempi di crisi economica internazionale. Una cinquantina di piccoli imprenditori veneziani andranno alla sede dell’Abi, l’associazione delle banche, per consegnare le chiavi delle proprie aziende. L’Abi ha i propri uffici a San Marco 4216 nella sede della Cassa di Risparmio di Venezia. «Il problema è uno solo. Questa che è stata definita la peggior crisi dell’era industriale - attacca Ivan Palasgo - ed è stata causata dal sistema bancario. Ne usciremo in qualche modo ma il sistema bancario non ha cambiato per nulla il proprio modo di fare. E’ impossibile che oggi aziende che fatturano 2 milioni di euro l’anno si vedano chiedere dalle banche di rientrare di appena mille euro di scoperto». Nel frattempo ci sono aziende a rischio chiusura, altre che hanno avviato procedure di cassa integrazione e che hanno prolungato le ferie estive, senza la certezza da settembre di riaprire i battenti. «Il problema è anche l’accesso al credito», ricorda il presidente di ApiVenezia, che in Provincia conta 500 associati. Quella degli imprenditori non sarà una protesta urlata. «Niente striscioni e megafoni ma un gesto dal forte impatto comunicativo. Il direttivo deciderà come organizzare la protesta entro la fine di settembre. Ma la decisione è presa: consegneremo le chiavi delle nostre aziende all’Abi». Una protesta forte da parte delle piccole aziende che rischiano di essere fortemente penalizzate dalla crisi e dalla chiusura dei cordoni da parte delle banche sull’accesso al crediti. Il che significa mutui e finanziamenti con il lumicino. «Si sta cercando di tener duro ma le banche ci stanno affossando - attacca ancora Palasgo - anziché aiutarci e ci vengono a chiedere di rientrare anche per uno scoperto minimo. Le piccole imprese, a differenza della Fiat, non hanno ottenuto sostegno dal governo che pubblicizza interventi solo con spot. Di concreto ci sono stati solo i Tremonti Bond che sono però rimasti alle banche, le poche che li hanno utilizzati». I settori più in crisi in provincia di Venezia, spiega il presidente di ApiVenezia sono il manufatturiero e i servizi, «ma nessuno brilla in questo momento di difficoltà».

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