Parentopoli, la Regione apre inchiesta

I dirigenti dovranno certificare i rapporti di parentela con personalità «sensibili»
Il vicepresidente della Regione Marino Zorzato
Il vicepresidente della Regione Marino Zorzato
VENEZIA.
La Regione dichiara guerra al nepotismo. Giusto per evitare di restare impantanata in scandali in stile «parentopoli» come la bufera romana e la polemica veneziana, ieri, la Giunta ha formalizzato, tramite un'informativa, l'avvio di un'indagine preventiva per verificare se, nei meandri della Regione ci siano dipendenti che possono vantare un rapporto di parentela con personalità «socialmente sensibili». E certificarli.


Per questo, nelle prossime ore, dall'ufficio di Marino Zorzato in qualità di assessore alle Risorse umane, partirà una lettera, indirizzata ai dirigenti degli uffici centrali della Regione, delle società controllate e di quelle partecipate, oltre che ai direttori generali delle Usl, cui verrà chiesto di «certificare legami di parentela noti», all'interno di un mare magnum di, complessivamente, circa 90 mila dipendenti. «Come già successo nel caso dei doppi incarichi, vogliamo semplicemente accendere la luce e fare chiarezza - spiega il presidente del Veneto Luca Zaia - nel caso ci fossero rapporti di questo tipo, verificheremo se le assunzioni siano state regolari e daremo conto ai cittadini del motivo per cui queste persone si trovano in quel posto». Destinatari della missiva, tra gli altri, Ville venete, Esu, Parchi, Ater, Veneto agricoltura, Avepa e Usl.


«Di fronte alle polemiche scatenate a Roma e Venezia sull'argomento - spiega il vicepresidente del Veneto Marino Zorzato - ci siamo accorti di essere in presenza di un argomento sensibile dal punto di vista mediatico, che disturba per principio, per cui abbiamo ritenuto più opportuno organizzare una ricognizione preventiva. D'altra parte, l'attività d'ispezione rientra nei compiti della Regione e un dirigente che è in attività da 10-15 anni, è in grado di dire quali sono i rapporti in essere nei suoi uffici».


Nella lettera in questione, gli uffici regionali chiederanno ai dirigenti di «verificare rispetto al piano di assunzione storico» se ci siano dei legami di parentela di rilievo e se ritengano che sussistano delle forzature, ovvero situazioni apparentemente anomale. Nel caso, la Regione provvederà ad approfondire la questione. «Noi siamo moderatamente ottimisti - prosegue Zorzato - crediamo che il sistema sia serio, ma ritenevamo giusto essere trasparenti rispetto a noi stessi». Giusto per evitare nuovi strascichi polemici come quelli che accompagnarono, a suo tempo, l'assunzione in Regione di Valentina Galan, sorella dell'ex governatore del Veneto, o ancora, l'introduzione di Stefania Villanova, signora Tosi, a capo della segreteria dell'assessorato alla sanità.


Altro discorso riguarda le «consulenze» «di per sé attività di tipo fiduciario», impossibili da fotografare senza un preciso censimento degli incarichi e i rapporti a tempo determinato che sopravvivono il tempo di una legislatura e non sono regolamentati da concorsi. In quel caso, spesso, se anche non è un parente, a trovare la sistemazione è un amico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia