Palumbo al ministero La direttrice regionale lascia la scuola veneta

L’ex direttrice della scuola veneta Carmela Palumbo
L’ex direttrice della scuola veneta Carmela Palumbo
 VENEZIA.
Carmela Palumbo, responsabile dell'Ufficio Scolastico Regionale, domani lascerà il Veneto. Nata ad Avellino, ma residente a Rovigo dall'età di 5 anni, sposata, una figlia, darà l'ultimo saluto ai suoi collaboratori dell'ufficio di Riva di Biasio, a Venezia e da lunedì prossimo sarà già all'interno del Ministero delI'Istruzione, in Viale Trastevere, a Roma a dirigere il settore Ordinamenti, a stretto contatto con il ministro Mariastella Gelmini.
 
Se l'aspettava questo incarico?
 «Mi sento onorata di essere stata nominata dirigente nel Ministero in un settore vitale per il futuro della scuola italiana. Sono doppiamente soddisfatta perché, nel mio caso, il ministero ha nominato una fedelissima dipendente dello Stato che ha realmente fatto la gavetta ed ha ricoperto, prima di arrivare a Roma, incarichi amministrativi di base a Rovigo, Udine, Padova e Venezia».  
Come lascia la scuola pubblica del Veneto, formata da 600.000 studenti e 70.000 tra docenti e non?
 «In ottima salute. In giro per la penisola ed anche negli altri Paesi europei tutti sanno che la scuola veneta ha già raggiunto livelli di buona qualità con un'offerta formativa all'avanguardia.  
Una scuola ai massimi livelli nonostante i pesanti tagli imposti dal Governo ed in particolare dal Ministro Giulio Tremonti, che, appena l'anno scorso, ha eliminato dall'organico ben 1.633 cattedre?  
«Mi rendo conto che i tagli hanno ridotto, per fortuna in minima parte, la qualità dell'istruzione, ma nel Veneto, anche grazie alla collaborazione fattiva dei sindacati di categoria, specialmente di quelli regionali, siamo riusciti a non fare meramente i ragionieri all'interno del complesso e non facile processo di razionalizzazione della spesa pubblica. Dove era possibile, siamo riusciti a coniugare bene le risorse con le esigenze del territorio».  
Com'è stato il rapporto con sindacati, associazioni di genitori e studenti?  
«Ho cercato di mediare al massimo anche le situazioni più difficili e non credo di aver vissuto momenti particolarmente conflittuali, ma sempre finalizzati al bene generale della scuola».  
E con le forze politiche della Regione, in particolare quelle di maggioranza?  
«Cosa vuole che le dica. Per forza di cose il rapporto con i governanti di palazzo Balbi, delle Provincie e dei Comuni veneti è sempre stato organico perché certe, in base alle normative vigenti, devono essere realizzate assieme. Comunque anche tra i politici locali ho incontrato persone disponibili e capaci, che hanno quasi sempre accettato i miei consigli, e io ho accettato i loro. Di una cosa sono più che certa: pur nelle specifiche competenze siamo andati avanti ed abbiamo raggiunto gli obiettivi programmati con un gioco di squadra che ha sempre favorito il miglioramento della qualità dell'istruzione e della formazione degli allievi in tutte le scuole della regione».  
A Roma le mancherà la magica atmosfera di Venezia e la presenza quotidiana dei suoi collaboratori?
 «Senz'altro. Venezia è unica al mondo. A livello professionale, come ho sempre fatto, cercherò di lavorare con il massimo impegno per contribuire a migliorare ulteriormente la qualità formativa della nostra scuola, a partire naturalmente, dall'attuazione pratica della Riforma degli Ordinamenti, che, poi, è il settore di lavoro per il quale il Ministero mi ha chiamato nella capitale».

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