Padoan: «Vogliono farmi fuori»
Il direttore: cercano una scusa, ma l'Asl 12 ha i bilanci in ordine. Non determino io entrate e uscite. La nostra è città di mare la popolazione è anziana e costa di più curarla
VENEZIA
. C’è chi lo dà già per silurato dalla Lega. E lui ironico risponde: «Ho letto delle cose ma sono sicuro che non le ha dette il presidente Zaia. Lui è persona di buon senso. Ma se mi vogliono far fuori con la scusa del bilancio in rosso si sbagliano di grosso. Tutto è in ordine».
Antonio Padoan
,
direttore generale dell’Usl 12
, inizia la battaglia per difendere il suo operato e la sua poltrona. Snocciola numeri e non le manda a dire. Servirà? Forse no. Anche perchè la sua poltrona fa gola a molti.
«Venezia fa gola a molti. Anche se molti non hanno capito che è una realtà molto diversa di ogni altra parte della regione. Se in Veneto abbiamo una popolazione di ultra 65enni al 19 per cento sul totale degli assistiti, nel centro storico di Venezia questo valore sale al 27 per cento e in tutta l’Usl al 24 per cento. E tutti sappiamo che gli ultra 65enni sono i cittadini che costano di più alla sanità. A Venezia vivono soprattutto anziani soli. Spesso li devi trattenere di più in ospedale perché non hanno nessuno che li viene a prendere. A Venezia non ci sono auto e i servizi vanno garantiti con le barche che costano di più. Abbiamo il più alto numero di malati oncologici del Veneto. È buon senso capire che abbiamo spese superiori», sottolinea Padoan. «Ma di questo nessuno tiene conto. Però non è su ciò che voglio insistere ma sul fatto che il bilancio della mia Asl è corretto e che io certo non posso essere attore per poter ripianare il buco. Visto che entrate e uscite non dipendono da me».
Direttore lei da tempo sostiene che la Regione sotto-finanzia la sua Asl. Spieghi come questo è accaduto e accade.
«Il problema non si poneva quando la Regione valutava nel suo complesso il bilancio della sanità regionale non considerando i singoli bilanci. L’importante era arrivare in pareggio con la cifra stanziata dallo Stato. Ora è diverso si valutano i singoli bilanci. Come tutti sanno i finanziamenti dell’Asl arrivano dalla Regione mentre le spese sono quelle che si sostengono per assistere i cittadini. Se tra il 1996 e il 2010 in Veneto c’è stato un aumento del finanziamento da parte della Regione del 120% per le altre aziende sanitarie, per la numero 12, l’incremento è stato della metà, per motivi che non conosco. Motivazioni politiche che la fantasia dei cittadini può spiegare».
Qualcuno aveva forse dei padrini e altri no?
«Di questo preferisco non parlare».
In concreto quanto manca al suo bilancio per colpa di questo benedetto sottofinanziamento?
«Almeno 160 milioni di euro. Con quella cifra non solo vado in pareggio ma sono in attivo. Se alla questione sotto-finanziamento si aggiunge che la spesa dell’Asl 12 viene stabilita, come per le altre dalla Regione, si capisce che il deficit non dipende da una questione di cattiva gestione».
Ma i commenti di molti non sono su questa linea, però.
«Leggo che il presidente Zaia non intende ripianare il debito dell’Asl. Mi pare impossibile e non posso credere che abbia detto quelle parole. Infatti quando era vice presidente della Regione ha sempre votato i bilanci dell’Asl che erano in rosso. È un debito che pure lui ha avallato nel tempo».
Direttore Padoan è preoccupato per la sua poltrona?
«Sono allarmato perché qualcuno, la Lega, ha messo gli occhi su Venezia. E Venezia fa gola a tutti. Ma se mi vogliono fare fuori utilizzando la scusa del bilancio si sbagliano di grosso. Il deficit non dipende da me. E la Regione lo sa. Un’ultima cosa voglio ricordare. C’è chi solleva perplessità sulle cifre del project financing. Beh, voglio ricordare che a Treviso, a casa del presidente Zaia, ne hanno avviato uno da 220 milioni di euro mentre a Thiene il segretario regionale della Sanità Mantoan ne ha avviato uno da 150 milioni».
Piccoli sassi che Padoan si toglie dalle scarpe. I primi, si può immaginare.
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