Orsoni: "Strapperò voti al centrodestra. Farò una giunta di giovani"
Il candidato sindaco in redazione alla Nuova. «E il Magistrato alle Acque deve passare sotto il controllo del Comune»

Giorgio Orsoni
VENEZIA
. «Sarò il valore aggiunto della coalizione. E porterò via molti voti al centrodestra. E’ ora di girare pagina, dare un segno di rinnovamento e mettere insieme le forze vive della città, che non vuole essere consegnata alla Lega». L’avvocato cattolico in campo contro il ministro ex socialista.
Giorgio Orsoni
, professionista e Procuratore di San Marco, ha vinto la sua prima scommessa. Quella di riuscire a tenere insieme la sinistra e l’Udc. Centrosinistra allargato al partito cattolico di Casini, un «laboratorio» unico in Italia. All’avvocato è riuscito quello che che in Puglia e in altre regioni è fallito. Adesso comincia la campagna elettorale, obiettivo la vittoria su Brunetta e la riconquista di Ca’ Farsetti. Welfare, casa e lavoro, nuova mobilità il suo programma in sintesi. Con una proposta innovativa: trasformare il Magistrato alle Acque in «istituzione della città», come era una volta, aumentare i controlli sui lavori in laguna. E una promessa: «La giunta la farò io, con tante professionalità nuove e tanti giovani».
Il candidato Orsoni ha partecipato a un forum nella redazione della «Nuova» a San Lio, rispondendo alle domande dei giornalisti e del direttore Antonello Francica.
Avvocato, a Venezia è successo un piccolo miracolo. Centristi, laici e sinistra nella stessa coalizione.
«Si è realizzato l’obiettivo per cui avevo accettato la candidatura: cioè l’allargamento al centro del centrosinistra veneziano».
«Non è una coalizione un po’ troppo ampia per governare?
«Al contrario, direi che questa convergenza e la grande fiducia riposta nei miei confronti può funzionare da stimolo. Tutti del resto hanno sottoscritto una base programmatica condivisa, e anche questo è un punto di novità rispetto al passato. Restano piccoli distinguo, che non intaccano la sostanza del patto».
Qual è allora il punto di unione più forte di questa nuova alleanza?
«Un forte impegno nel welfare, per continuare una politica che è sempre stata il fiore all’occhiello delle ultime amministrazioni di centrosinistra: la tolleranza, la solidarietà e la sensibilità verso i più deboli. E’ questa forse la cosa che ci differenzia in modo più netto dal candidato della destra».
Una novità da mostrare subito agli elettori.
«La capacità di innovare, a cominciare dal modo di far politica e dalla squadra di governo. Mettere da parte vecchie polemiche e divisioni ideologiche come per il Mose».
Il che non significa lasciar fare qualunque opera senza controlli.
«Al contrario. Credo che il Comune debba riappropriarsi di poteri e competenze che oggi ha perso in molti settori. A cominciare dalla tutela delle acque. Penso a una nuova Legge Speciale che metta il Magistrato alle Acque sotto la giurisdizione della città e non più del ministero. Come è sempre stato quando il Magistrato alle Acque era un organo autorevole di governo delle acque della Repubblica Serenissima».
E la terraferma?
«Va superato il concetto vecchio della città bipolare, sostituendolo con quello della città globale o circolare. Pensando insieme alla Grande città, realizzando progetti di cui si parla da anni come i terminal di Tessera e Fusina».
Massimo Cacciari è stato un bravo sindaco?
«E’ una persona di una levatura straordinaria. Ha realizzato soprattutto nella seconda parte di questo mandato cose importanti. Ma ce ne sono tante altre da fare».
Lei parla però di ciclo che si è concluso. Come spensa di aprire il nuovo?
«Voglio ricostruire un diverso rapporto con la città e i cittadini. La macchina comunale deve dare risposte più efficienti e rapide alle richieste dei cittadini. Le procedure vanno riviste, lo sportello unico anche. Il cittadino non deve trovare nel Comune un ostacolo, ma qualcuno che cerca di aiutarlo».
Una delle sue priorità dichiarate è un nuovo sistema di mobilità. Significa sublagunare a tutti i costi?
«Non ne faccio una questione di religione. Se tecnicamente funziona, potrebbe essere anche la sublagunare. Venezia deve diventare una città moderna, con tutte le opportunità offerte alle città moderne».
Qui però c’è anche l’acqua. Sicuri che le potenzialità siano oggi sfruttate al meglio?
«Non lo so. Questo è il problema da studiare. Vanno fatte le valutazioni adeguate e le comparazioni con altri progetti per poter scegliere al meglio. Ricordo che fui io quand’ero alla Save Engineering a proporre la soluzione dell’hovercraft. Ma venne scartata perché le barche erano troppo costose».
Un’altra questione che divide la sua coalizione è il Quadrante di Tessera. Lei aveva chiesto qualche settimana fa di sospendere la delibera, ma il Consiglio comunale ha votato. Adesso cosa intende fare in caso di vittoria?
«Ci sono delle realizzazioni importanti previste a Tessera come lo stadio, il terminal e il casinò. Sul resto bisognerà discutere in modo complessivo, nell’ambito del nuovo Piano di assetto del territorio».
Brunetta dice che resta ministro e non rinuncia al doppio incarico. Lei cosa farà con i suoi numerosi incarichi?
«Per lo studio professionale ho per fortuna validi collaboratori. Sul resto ci terrei a dire che si tratta di incarichi di volontariato, a cominciare dalla Procuratorìa di San Marco dove vado gratis et amore dei. Alla Cini, se eletto, resterò, perché il sindaco ne fa parte di diritto, alla Fenice il sindaco è presidente. Fare il sindaco e il ministro insieme non è proprio la stessa cosa, non vi pare?»
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