Omicidio-suicidio, all'addio di Eleonora tutta Asseggiano
La mamma legge i comandamenti. E rimarca: «Non uccidere»
La mamma e il papà di Eleonora sull’altare
ASSEGGIANO.
All'apice del momento più tragico della sua vita - il funerale dell'unica figlia, uccisa a 16 anni - mamma Emanuela trova perfino il coraggio di mettere tra parentesi il suo infinito dolore. Pensa a tutti quei ragazzi e ragazze che sono lì in chiesa, vuole trasmettere loro un messaggio, indicare una via. Prima che la chiesa si svuoti, prima che il rito religioso si concluda in cimitero, lascia il primo banco - dov'è rimasta quasi sempre inginocchiata, la corona del rosario tra le mani, il marito Renato alla sua destra, che le accarezza i capelli, le passa un fazzoletto sul volto, le sussurra parole di conforto all'orecchio - e sale sull'altare, al leggio. «Questi sono i comandamenti che il Signore tuo Dio ti ha ordinato di insegnare ai tuoi figli» esordisce, con il marito al fianco. E poi, la voce, comprensibilmente, a tratti rotta dall'emozione, li recita tutti, dal primo al decimo. Soffermandosi sul quinto per ripetere, due volte, «Non uccidere. Non uccidere». E' uno dei momenti più toccanti vissuti ieri mattina nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, dove la comunità di Asseggiano si è riunita per l'ultimo saluto a Eleonora Noventa, nove giorni dopo quella tragica domenica in cui quattro colpi di pistola hanno messo fine alla sua (troppo breve) vita. E' un momento forte, alto, che spiazza chi si attendeva qualcosa di più banale, magari personale. Ma «Quello che TU sei», l'ultimo messaggio di «mamma e papà» ad Eleonora, avevano già potuto leggerlo tutti, sull'epigrafe. «Quando mi fai arrabbiare perchè non studi nel mio cuore sei il temporale. Quando discutiamo forte TU sei la grandine, ma quando mi guardi TU sei il vento che accarezza i miei capelli. TU sei il sole che sorge ogni mattina... Oggi TU sei le mie infinite lacrime... domani e per sempre TU sei la mia anima».
Una cerimonia composta, in cui domina il bianco («il colore - sottolinea il parroco don Marco Scaggiante - della celebrazione pasquale»). Bianca la bara, che entra in chiesa alle 9.20. Bianche le rose e i gigli delle corone sull'altare, dove, però, spicca un cuore rosso deposto da due amiche. Bianca la camicia aperta sul petto di Michael Jackson, il cantante preferito di Eleonora, in una foto appoggiata a una corona di rose bianche e rosa.
La lettura parla della resurrezione di Lazzaro: «Signore, se tu fossi stato qui nostro fratello non sarebbe morto» dicono a Cristo Maria e Marta. «Chi crede in me anche se muore vivrà» è la risposta che, unica, può attenuare il dolore di chi non vede, oggi non può vedere, un domani senza Eleonora. Don Marco ha una parola per tutti. Colpisce i bersagli senza nominarli. Sottolinea che «il male esiste», parla di Eleonora come «vittima della violenza e dell'odio» e invita a «costruire un'umanità di pace in cui le armi vengono abbandonate». Conforta mamma Emanuela e papà Renato ricordando che «Eleonora è stata un dono per tutti noi» e sarà presente «attraverso tutte le persone che vi vogliono bene». Invita i ragazzi a «uscire dalla logica del tutto e subito», a «rispettare i tempi dell'amore», a non isolarsi, a non affidare «ai social network i vostri sentimenti», ma a «guardare in faccia i vostri amici», a capire «i no dei vostri genitori, che sono no detti per il vostro bene». Auspica che «la logica del dono prevalga su quella del possesso». C'è poi il ricordo delle amiche della piscina di via Calabria, «le chiacchiere nello spogliatoio, la tua allegria e la passione che mettevi in ogni cosa». Il rimpianto per non essere riuscite a organizzare una «rimpatriata» per cementare quelle amicizie nate tra una bracciata e un tuffo. L'amarezza di chi sa che «la vita è un dono prezioso e misterioso e nessuno ha il diritto di toglierla», ma poi deve soffrire perchè altri hanno agito negando questa convinzione. E se don Marco non può dare spazio alla musica pop in chiesa, non nega l'autorizzazione a eseguire sul piazzale antistante Heal the world e We are the world. Due ballate, quelle preferite da Michael Jackson, che nel ricordo di Eleonora fanno ondeggiare i corpi, mentre gli occhi delle amiche (e il dito di papà Renato) puntano al cielo.
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