Olimpiadi 2020 Petrucci: "Partita aperta, nessuna pressione politica"
Il presidente del Coni a Treviso. E Sacconi: "Il Nordest ha un progetto strategico"
TREVISO.
La partita è ancora aperta, non c’è nulla di deciso. A riaprire a sorpresa la candidatura di Venezia 2020 è il presidente del Coni, Gianni Petrucci, ieri mattina sul prato della Ghirada, la cittadella sportiva della famiglia Benetton. Ma forse lo fa più per uscire indenne dall’accerchiamento. Petrucci raccoglie diplomaticamente un «pesante» appello del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, che poco prima aveva sponsorizzato la candidatura veneta «perchè questa proposta ha un progetto geopolitico alle spalle», mentre Roma la considera solo un grande evento sportivo. «Comprendo e rispetto le parole del ministro» risponde Petrucci. Mentre i bookmakers puntano tutti su Roma, l’unica eventualità che potrebbe far saltare la capitale sono gli sviluppi delle inchieste giudiziarie sul clan Anemone e la Protezione civile che ha gestito gli ultimi «grandi eventi».
«Decideremo con serenità e tranquillità nella giornata di mercoledì - ha spiegato Petrucci, infastidito dalle polemiche degli ultimi giorni che hanno visto il Veneto già sconfitto - mi spiace che questi veleni, tutti interni e del tutto inutili, abbiano restituito un’immagine di intrighi dietro la scelta olimpica. Ma sfido chiunque a provare che io abbia chiamato i presidenti delle federazioni per spingere per una soluzione o per l’altra». Prima di tornare a Roma, per la riunione tecnica convocata per ieri pomeriggio, l’ultima prima della decisione finale, Petrucci ha voluto «assolvere» la politica dalle pressioni e dalle polemiche: «Zaia è stato di una correttezza assoluta: ha detto vinca chi ha le caratteristiche migliori. E così Cacciari. Nessun politico mi ha chiamato per sollecitare una decisione».
Il ministro Maurizio Sacconi non ha usato metafore: «Credo che i grandi eventi come le Olimpiadi abbiano un senso se c’è, alle loro spalle, un progetto geopolitico. E Venezia ce l’ha, perchè siamo tutti impegnati a realizzare infrastrutture ed impianti entro la data delle Olimpiadi». Poi l’attacco, durissimo, a Massimo Cacciari: «Ricordo che quando avanzammo la candidatura di Venezia per l’Expo 2000 ci fu un personaggio che disse che non serviva l’evento, che le infrastrutture previste andavano fatte ugualmente, anche senza l’Expo. Ebbene, dopo aver perso quella occasione, la stessa persona è stata sindaco di Venezia per moltissimi anni e nessuna di quelle opere è stata fatta. Anche per questo dico che ci serve un evento entro il quale preparare tutto».
Per Sacconi le Olimpiadi possono rappresentare «uno straordinario volano» utile a traghettare il Nordest nel nuovo secolo. Secondo il ministro, la candidatura di Venezia è ideale perchè, a differenza di Roma, ha «una valenza più generale, una visione strategica di lungo periodo, considera il Nordest come una grande piattaforma logistica», capace di attirare infrastrutture importanti: il completamento della città metropolitana, lo sviluppo del porto di Venezia («l’Adriatico è un grande canale che collega direttamente lo stretto di Suez con l’Europa»), la Venezia-Monaco, la Mestre-Orte. Insomma, il Nordest di Gianni De Michelis, con trent’anni di ritardo.
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