Olimpiadi 2020, il Coni ha scelto RomaOrsoni: "Battuti con sistemi autoritari"
Il sindaco Orsoni durissimo: vergogna, hanno deciso i Palazzi romani. La Zaccariotto: "Il Coni avrebbe dovuto riconoscere Venezia come un territorio, al pari della Capitale"
Giorgio Orsoni
VENEZIA.
«Questa bocciatura è ridicola. Hanno vinto i Palazzi romani e il Coni ha deciso con sistemi autoritari: una vergogna». Il tono è bonario, ma il contenuto durissimo. Il sindaco Giorgio Orsoni usa toni leghisti della prima ora e attacca «la politica romana».
Se lo aspettavano tutti, ma la scena è andata avanti fino a ieri sera. Appelli dagli industriali e dai vertici veneti di Pdl e Lega, dal presidente del Veneto Luca Zaia e dall’ex governatore Giancarlo Galan, oggi ministro. Umberto Bossi a Venezia a promettere interessamento e a giurare: «Nulla è deciso». In realtà il verdetto era già scritto, e non lascia spazio ad appelli.
Venezia non è stata ammessa nemmeno al giudizio dell’aula, ha avuto un punteggio molto lontano dalla sufficienza, la metà di quello di Roma. Orsoni si è trovato la macchina già avviata dai promotori del comitato Giancarlo Galan e Massimo Cacciari. Ha chiesto fino alla sera prima al Coni di votare «per scrutinio segreto» e al sindaco di Roma Alemanno di rispettare il regolamento del Coni e di non fare lobby. Tutto inutile. La bocciatura, come previsto, è arrivata.
«Ridicolo, ridicolo», ripete Orsoni, «il risultato e il modo con cui è stato raggiunto dovrebbero mettere in imbarazzo i vertici del Coni. Quel punteggio è un modo per non farci nemmeno arrivare al giudizio del Consiglio. Si vede che avevano paura. E poi è ridicolo scrivere che non possiamo organizzare la ricettività. Abbiamo 20 milioni di turisti l’anno». «Hanno detto un sacco di bugìe», continua il sindaco, «compreso il fatto che a Roma i trasporti sono più rapidi e ci si può spostare più velocemente. Hanno cercato di depistare. In realtà avevano già deciso prima».
Possibile che a nessuno fosse venuto in mente che la battaglia era persa in partenza? «Ma no, il comitato ha fatto un buon lavoro», dice ancora Orsoni, «la nostra era una candidatura originale, con eventi spalmati sul territorio, Non l’hanno capito, e ha prevalso l’arrogante politica dei Palazzi romani». Neanche la forza di Pdl e Lega, l’alleanza con il sindaco Cacciari è servita. E nemmeno le assicurazioni di Bossi e dei vertici della Lega: «Ha detto che avrebbe parlato lui con Berlusconi, non so se l’abbia fatto». Il senatur ha anche proposto di lasciare in Canal Grande gli sport dell’acqua. «Grazie, noi le gare in Canal Grande le facciamo da soli», ha sorriso il sindaco, «questo dimostra la disinformazione dei palazzi romani. Compreso Bossi, che ormai sta a Roma».
Una bocciatura che secondo Orsoni non mette in discussione il grande progetto del Quadrante di Tessera. «Anche se», conclude il primo cittadino, «le esigenze adesso sono diverse. E il progetto andrà verificato per bene. Si farà quello che si potrà fare». Rispetto alle dure accuse del suo predecessore Massimo Cacciari, che aveva addossato le responsabiliutà della bocciatura alla Lega, Orsoni non si sbilancia. «Non ho elementi per pensarlo», dice, «anche se devo dire che la loro mobilitazione mi è parsa un po’ tardiva». Renato Boraso (Pdl) chiede invece le dimissioni di Orsoni. «Ha preferito andare in Cina piuttosto che assediare Roma. La responsabilità è sua e di Cacciari, altro che Lega».
La presidente leghista della provincia Francesca Zaccariotto, si dice «dispiaciuta». «Il Coni avrebbe dovuto riconoscere Venezia come un territorio, al pari della Capitale», commenta, «Venezia avrebbe potuto fare sistema molto bene. Adesso deve lavorare perché il suo sistema infrastrutturale e di accoglienza, già ottimo, sia riconosciuto in qualche occasione futura».
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Video