Olimpiadi 2020, Cacciari si scaglia contro la Lega

L’ex sindaco Massimo Cacciari tuona contro il Carroccio: "La Lega non ha appoggiato la candidatura di Venezia, a vantaggio di Roma". Oggi è il giorno del verdetto. La Giunta del Coni valuterà le indicazioni della commissione tecnica sui due progetti di Venezia e Roma
Massimo Cacciari
Massimo Cacciari
VENEZIA.
Il Senatùr non promette risultati, ma dice che farà il possibile per convincere il Cavaliere a sposare la causa olimpica di Venezia 2020: sul filo di lana della decisione senza ritorno - domani il verdetto di giunta e Consiglio del Coni, nella scelta tra Venezia e Roma - la Lega annuncia pressing sul governo, con un Coni che non ha fatto mistero di preferire il Colosseo alla laguna e il comitato tecnico a far le pulci alla capacità ricettiva di Venezia, città da 20 milioni di turisti.


«Cercherò di trascinare il presidente Berlusconi dalla parte giusta, cioè Venezia: una capitale morale», ha detto il ministro per le Riforme, ieri a palazzo Balbi e nominato seduta stante «ambasciatore olimpico». Il Bossi ministro cita anche la battaglia di Lepanto per ricordare che senza «Venezia non ci sarebbe l’Europa, l’Occidente, forse neppure il cristianesimo», «Roma è importante, ma Venezia è amata». Il Bossi capo della Lega, invece, accarezza i cuori dei suoi sottolineando che «Venezia è la capitale della Padania e vogliamo che abbia il giusto riconoscimento. Anche i lombardi vogliono che abbia le Olimpiadi». E via l’applauso. Poi, però, s’inerpica in una improbabile soluzione subordinata: «Poi si può anche trattare: Venezia ha il Canal Grande per gli sport acquatici, non vedo perché tutto debba andare da una parte».


Nella campagna olimpica, le amministrazioni fanno squadra e così anche il sindaco Orsoni si dice certo che «il ministro saprà spendersi in ogni sede affinché il territorio veneto non venga mortificato da una decisione miope e priva di fondamenti tecnici» e perché il governo intervenga per garantire una decisione trasparente da parte del Coni: «La candidatura di Venezia è costruita su un progetto serio ed innovativo, sostenuto da un tessuto imprenditoriale vivo ed efficiente,e spressa a gran voce d aun territorio che molto ha dato in questi anni al Paese e si aspetta di vedere riconosciuti gli sforzi. Ci attendiamo una decisione seria e motivata del Consiglio». E tra i «must», Unioncamere Veneta ricorda il sistema aeroportuale europacentrico di Venezia, Verona, Treviso, Trieste e l’alta velocità.


Ma, quella di ieri, è soprattutto la giornata della Lega Olimpica e visto che ormai si è agli scoccioli, le iniziative sono a ventaglio. Il parlamentare Piergiorgio Stiffoni ha presentato un’interrogazione urgente sulla presenza nel dossier romano del Salaria Sport Village, dell’imprenditore Anemone, come sede di allenamento per la pallacanestro e gli sport acquatici: il parlamentare chiede l’intervento del premier Berlusconi per «evitare che strutture legate a vicende giudiziarie in corso possano essere considerate oggetto di un evento di così grande rilievo internazionale». «E’ una questione morale e politica», chiosa l’assessore regionale al Turismo Franco Manzato, «Roma chiede 12 miliardi di fondi, quanto una manovra finanziaria. Venezia 700 milioni di euro. Tanto basterebbe a chiudere la partita».


«Siamo contenti che ora parli la politica: saremo osservatori attenti dei fatti che ne conseguiranno», commenta l’ad di Venezia2020, Federico Fantini. Per «mestiere» è ottimista, ma un risultato dà per certo: «Sarà il Consiglio Coni a decidere, non credo proprio che la giunta del Coni si prenderà la responsabilità di bocciare una delle due città».

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