Nuove Br, altri due arresti:erano i custodi delle armi
Si allarga l'inchiesta della procura di Milano: il sindaco Zanonato messo sotto scorta. Il padovano Andrea Tonello, 52 anni, e Giampietro Simonetto, 19 anni di Cittadella
PADOVA. L'operazione è scattata giovedì sera. Subito dopo l'ok, arrivato poco dopo le 21, dalla procura di Milano. Agenti della Digos di Padova e di Venezia, e dell'Ucigos hanno fatto irruzione in contemporanea sia a casa di Andrea Tonello, 52 anni di Padova che a casa di Giampietro Simonetto, 19 anni, studente di Cittadella. Entrambi sono stati arrestati per concorso esterno in banda armata. L'inchiesta è quella delle Nuove Br. Nel frattempo il sindaco di Padova Flavio Zanonato è stato messo sotto scorta.
Una decisione quest'ultima maturata dopo l'ennesima riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Il questore Alessandro Marangoni ha escluso un collegamento diretto fra i nuovi arrestati (che si aggiungono ai 15 effettuati il 12 febbraio scorso) e la decisione di affidare una scorta al sindaco. Precisando che non esistono minacce dirette o indirette.
Ma è chiaro che le due vicende si intrecciano. Per spiegare consistenza e la ramificazione del gruppo di cui fanno parte i 17 arrestati, il gip Salvini cita nell'ordinanza un foglietto manoscritto con l'inchiostro rosso trovato nell'abitazione di Claudio Latino nel luglio 2002 perquisita in seguito all'omicidio Biagi. Sebbene Latino (e gli altri arrestati) non c'entri nulla con l'omicidio Biagi il giudice rileva «la piena corrispondenza tra il materiale rinvenuto» durante i sequestri del febbraio 2007 e «quanto indicato da Latino nella lista». Ma il materiale trovato nelle abitazioni dei due arrestati, potrebbe rivelare altri collegamenti. Tonello e Simonetto sono finiti in cella perché considerati dagli inquirenti (coordinati dal pm Ilda Boccassini) l'uomo del supporto logistico al Pc-pm (Tonello) e il procacciatore di munizioni (Simonetto). La polizia li ha arrestati dopo aver visionato parte del materiale (cartaceo e informatico) sequestrato il 12 febbraio scorso, ma una grossa mano l'hanno data anche le dichiarazioni di Valentino Rossin, il «postino-armiere» di Bovolenta.
Andrea Tonello, 52 anni, residente a Pontevigodarzere in via dei Canozi 15/A è considerato la figura più interessante dei due: impiegato al'Aps Acegas, nel Reparto Risorse Umane - Medicina del Lavoro, Tonello già in passato è stato più volte sottoposto a indagini per reati di natura eversiva ed in particolare per la vicenda legata alla latitanza del brigatista Giuseppe Di Cecco (evaso dal carcere di Fossombrone insieme a Felice Maniero nel 1987, che poi gli mise a disposizione un appartamento nel padovano). Ed è già stato denunciato sempre in passato per associazione con finalità di terrorismo; per reati contro l'ordine pubblico; per oltraggio, resistenza e violenza; per reati contro il patrimonio e contro la persona; per porto abusivo e detenzione di armi; per lesioni; e per violenza privata. Iscritto alla Cisl Tonello ha militato in organizzazioni politiche extraparlamentari dell'estrema sinistra: negli anni Ottanta era vicino ad Autonomia operaia ed è tra i fondatori del cpo Gramigna. Gli inquirenti sono convinti che sia stato proprio Tonello a portare a Padova - fra il 1998 e il 2001 - le armi poi nascoste nel casolare di Bovolenta. Alcune delle quali (una pistola Sig Sauer e una carabina Wincester) provengono dall'antica colonna delle br milanesi Walter Alasia, come ha spiegato Calogero Diana, ex brigatista, condannato all'ergastolo. Pistola e fucile furono comprati nel luglio del 1978 a Milano in due armerie diverse. Sempre secondo gli investigatori Tonello, nel dicembre del 2006 ospitò sia prima e che dopo il fallito assalto al bancomat ad Albignasego (assalto effettuato nella notte fra il 29 e il 30 dicembre scorso) Bruno Ghirardi e Claudio Latino arrestati poi a febbraio. Per gli inquirenti, comunque, non tutte le armi sono state ritrovate.
Giampietro Simonetto, 19 anni, residente a Cittadella in via della Salute 68/A, è considerato uno degli organizzatori del «Collettivo Giovanile Fuser», di ispirazione marxista-guevarista, costituito a Cittadella nell'aprile del 2005. Anche lui è accusato del reato di concorso esterno in banda armata. Secondo gli investigatori Simonetto (che sabato 23 giugno era in stazione a manifestare con altri del Gramigna) avrebbe acquistato, per conto dell'organizzazione munizioni calibro 9, e si sarebbe reso disponibile ad eseguire operazioni di ricarica di altri proiettili, avvalendosi del rilascio di licenza di porto di fucile per uso di tiro al volo, conseguito il 7 agosto 2006. Per gli inquirenti Simontetto è legato ai seguaci dell'on. Marco Ferrando. Tonello e Simonetto non potranno parlare con i propri legali per almeno cinque giorni: probabilmente verranno interrogati dal gip Salvini lunedì prossimo.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Video