Nuova Pansac, 300 posti a rischio
Il piano del gruppo prevede in totale 440 esuberi. Ieri assemblea dei lavoratori, cresce la paura
MIRA.
Paura e rabbia ieri fra i lavoratori della Nuova Pansac riuniti in assemblea, dopo la conferma dei tagli annunciati dalla nuova amministrazione del gruppo. Le Rsu hanno posto i lavoratori davanti a dei numeri crudi. Il sindacato dal canto suo propone un coordinamento delle iniziative alle segreterie nazionali. Un modo per evitare che si scateni la guerra fra fabbriche. Fra quelle cioè che pensano di salvarsi e quelle destinate alla chiusura.
«L’azienda - ha spiegato Massimo Borgacci (Rsu) che ha presieduto l’assemblea - ci ha detto con i nuovi rappresentanti del consiglio di amministrazione che ci sono in esubero 440 dipendenti. Ci ha illustrato un piano inaccettabile che prevede la chiusura degli impianti di Portogruaro, Ravenna e delle sedi amministrative di Mantova Parigi e Milano. Insomma, una perdita secca con le chiusure di 220 posti di lavoro».
I calcoli a chi tocca negli stabilimenti che restano in piedi per le Rsu si possono fare per deduzione. E colpiranno Mira e Marghera con un calo occupazionale di 180 posti di lavoro fra i due siti (mentre 40 si stima a Zingonia). In provincia di Venezia, contando i 115 di Portogruaro, il Gruppo Nuova Pansac manderebbe a spasso 295 persone. La produzione del gruppo che fabbrica materiali per l’igiene intima, era di 120 mila tonnellate nel 2007, ora è nel primo quadrimestre del 2010 ferma a 19 mila tonnellate e si punta alle 40 mila per fine anno.
E ieri in fabbrica la rassegnazione e la paura era il sentimento dominante. Molti operai hanno chiesto ai sindacati quali sono i numeri precisi dei tagli per il sito di Mira. Tante persone mantengono, con la loro paga, una intera famiglia e la prospettiva della drastica riduzione dei livelli occupazionali, ha spaventato non poco tutti i presenti. A molti è sembrato che prevalesse un clima di rassegnazione. La Cgil ha proposto uno sciopero immediato, ma non è stato accolto.
«I lavoratori - spiegano Massimo Meneghetti e Maurizio Don per la Femca Cisl e la Uilcem - hanno molta paura per il loro futuro e cercano di capire quale sarà la loro sorte. Ma in questo momento è utile coordinare gli interventi per non dare l’impressione alla proprietà di agire in modo scoordinato. Non ci siamo mai tirati indietro di fronte ad una prospettiva di utilizzo degli ammortizzatori sociali, ma questi non possono essere da soli l’alternativa alla mobilità. Nei prossimi giorni formuleremo unitariamente fra Cgil, Cisl e Uil le iniziative di lotta più appropriate».
Sulla vicenda interviene direttamente il presidente della provincia Francesca Zacariotto. «L’ipotesi di tagli di personale alla Nuova Pansac - spiega la Zaccariotto - non rappresenta solo una perdita in termini economici per l’intero territorio provinciale, interessato da tre sedi di questa azienda, a Mira, Marghera e Portogruaro, con oltre 700 dipendenti, ma rappresenta anche, una perdita secca in termini di know-how e competenze dati gli importanti brevetti internazionali di cui Pansac è titolare. Ancora più grave, è il dramma umano di persone che dalla perdita del lavoro possono subire, oltre alla mancanza di un reddito, contraccolpi psicologici gravissimi che possono avere conseguenze sociali devastanti». Infine il consigliere regionale del Pd chiede un intervento urgente della Regione.
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