"Nessuna sanzione contro il guardasala"

Il caso della donna col velo rimasta fuori dalle sale del museo. La coop difende il dipendente. Il sindaco: "Stupidino, ma non lo licenzieremo"
Velo o non velo? Sempre più caldo il dibattito su Ca’ Rezzonico. Ma dalla cooperativa «Verona 83», che dà lavoro a 276 dipendenti presso i Musei Civici, informano di non avere alcuna intenzione di prendere provvedimenti drastici nei confronti del guardasala che domenica ha allontanato una turista islamica, con il volto coperto quasi interamente dal tradizionale velo, dalle sale espositive del secondo e terzo piano. La richiesta di avviare un’indagine e «prendere provvedimenti» era partita due giorni fa dal direttore dei Musei Civici Giandomenico Romanelli, ma in atto non c’è nessuna procedura disciplinare e al dipendente verrà solo chiesto di stilare una relazione da consegnare all’azienda, al direttore e ai sindacati. Che per ora non si pronunciano. Il presidente della cooperativa Gianni Curti prende le difese del dipendente e dice che «ha solo rispettato il regolamento» e aggiunge che il biglietto sarebbe stato venduto al marito della donna. Motivo per il quale non è stata fermata o avvertita, prima di pagare, che a volto coperto non si ha accesso. «Il ragazzo ha chiamato il caposervizio per sapere come procedere - prosegue - e la signora è stata poi invitata a continuare la visita ma, con la famiglia, ha deciso di andarsene, probabilmente perché rimasta offesa». Oltre ad aver rispettato il regolamento, dunque, avrebbe agito anche con quel «buon senso» nell’interpretare la norma.

Ieri anche il sindaco, parlando con gli operai di Marghera, ha commentato: «Non licenziamo nessuno, questo è certo. Come potremmo licenziare uno - ha detto - semplicemente perchè è stato un po’ stupidino e non ha lasciato entrare una col velo?».


Il presidente della Regione Giancarlo Galan attacca: «Ma di che buon senso stiamo parlando? Si tratta di garantire sicurezza e dignità nel corso di una visita in un museo!». E ricorda che in Italia esistono leggi e circolari ministeriali che, tra il 1975 e il 2000, hanno stabilito che ogni genere di copricapo va bene, ogni genere di velo può essere accettato purchè l’indumento mantenga il volto scoperto. Anche il sottosegretario al Ministero Infrastrutture e Trasporti Roberto Castelli e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi si schierano a favore del guardasala, ribadendo che la legge deve valere allo stesso modo per tutti. Ma a fronte della grande espansione del turismo arabo in Italia, andrebbe forse rivista, come si augura il presidente dell’Apt Renato Morandina: «Non vogliamo assolutamente che l’immagine di Venezia venga rovinata da episodi del genere». «Ne continueranno ad arrivare in città - prosegue - anche grazie al nuovo scalo Venezia-Dubai. Si deve pertanto consentire a turisti e imprenditori islamici di visitare le nostre bellezze in piena libertà». Fino ad ora, le presenze alberghiere di persone provenienti dai Paesi arabi hanno raggiunto le 20 mila unità. E così Gianni Curti rivela che le Gallerie dell’Accademia hanno già deciso di predisporre un’apposita stanzetta dove un’addetta potrà identificare le donne con il viso coperto per permettere loro di visitare le esposizioni.

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