Napolitano a Mestre incontra i lavoratori della chimica
«Lavoro e giovani i nodi dello sviluppo». Il presidente della Repubblica nella sua visita a Venezia e Mestre tocca il tema caldo dell'occupazione e trova il consenso dei veneziani. E ascolta anche l'appello di una disabile sotto sfratto
I lavoratori in attesa di incontrare il Capo dello Stato
MESTRE. Due ali di folla che applaudono con calore dopo aver a lungo atteso l'arrivo del Presidente. Chi sventola il tricolore e grida «W l'Italia» e chi, affettuosamente, saluta con un confidenziale «Bravo Giorgio». Mestre, ancora una volta, ieri mattina ha abbracciato con palpabile entusiasmo e una testimonianza di stima e apprezzamento il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Il Presidente aveva appena lasciato l'Hotel Gritti - la cui direzione, al momento del saluto, ha offerto alla signora Clio un piccolo bouquet di rose bianche e rosse - per presenziare all'inaugurazione della piazzetta, dietro la torre di Mestre, dedicata a Gianni Pellicani, «grande amico con cui ho condiviso tanti impegni politici e parlamentari, figura importante della nostra vita pubblica». Nell'ultimo giorno della sua visita privata in laguna, il Presidente confessa che avrebbe voluto trattenersi qualche giorno in più anche a Mestre, «città di grande storia e dignità, che ha partecipato alla lotta anti-fascista e molto marcata dallo sviluppo industriale e dalla lotta operaia».
La crisi economica, anche nei suoi risvolti locali, gli è ben presente. Ha incontrato una rappresentanza dei lavoratori di Porto Marghera, ha visto il loro striscione. «Ha detto che cercherà di darci una mano» raccontano gli operai dopo il breve saluto. E proprio dalla crisi di Porto Marghera - dove il glorioso passato ha lasciato spazio all'attuale mancanza di lavoro e un futuro quanto mai incerto, a formare una matassa sempre più inestricabile - il Presidente prende spunto per sottolineare, da autentico garante delle istituzioni, i punti chiave della vita politica italiana. E lo fa per richiamare ai suoi impegni più concreti la classe politica, schierata a ranghi completi davanti al palco dove lo affiancano il governatore Luca Zaia, il sindaco Giorgio Orsoni, il Prefetto Luciana Lamorgese e il vicepresidente della Provincia Mario Dalla Tor. «E' venuto il momento che l'Italia si dia una seria politica industriale nel quadro europeo - afferma - Ne abbiamo bisogno per l'occupazione e per i giovani che oggi sono per noi il motivo principale di preoccupazione. Attorno all'occupazione e ai giovani si giocano i nodi dello sviluppo economico e sociale».
Un messaggio indiretto al Presidente del Consiglio, da quattro mesi alla ricerca del successore di Claudio Scajola alla guida di un ministero strategico come quello dello Sviluppo economico. Una casella ancora vuota che per Napolitano rappresenta «un vuoto che bisogna chiudere».
Prima di lasciare Mestre per ritornare a Roma Napolitano ascolta anche l'appello di A.B., una disabile con uno sfratto in vista. «A giugno a Roma mi hanno ricevuto, ma qui l'amministrazione è lenta, dimostra troppa tranquillità mentre le persone soffrono» ha detto a Napolitano. Il Capo dello Stato ha girato la richiesta al sindaco Giorgio Orsoni. «La signora vuole che la ricevi» ha detto al primo cittadino. Napolitano ha fatto sapere che molto probabilmente tornerà in laguna il prossimo mese di gennaio.
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