Mutui, moratoria per 5.000 famiglie

Le imprese hanno crediti per 100 milioni con la pubblica amministrazione. Sono le persone senza lavoro a chiedere alle banche una tregua per i pagamenti
VENEZIA.
Un lavoro perso a causa della crisi, la rata che diviene insostenibile. Ecco perché moltissime famiglie veneziane con mutuo prima casa, stanno richiedendo la sospensione del pagamento mensile per un anno e anche oltre. A due mesi e mezzo dall'avvio dell'accordo siglato fra Abi e associazioni dei consumatori, si rileva che dieci famiglie ogni cento cercano di sfruttare questa opportunità. Insomma, entro il 31 gennaio 2011 (ultimo giorno utile per formulare la richiesta), potrebbero essere 5 mila, in provincia, i nuclei sollevati dal pagamento della rata, almeno per 12 mesi. Sono poche, di contro, le aziende che hanno deciso di sfruttare il provvedimento, anche se i problemi di liquidità risultano pressanti. In particolare, molti imprenditori lagunari avanzano soldi dalla pubblica amministrazione. Secondo gli ultimi dati disponibili (anno 2007) elaborati dal centro Studi Sintesi, nel Veneziano gli impegni in sospeso con i Comuni per le spese correnti (manutenzioni ordinarie, pulizia, cancelleria, ecc.) superano i 90 milioni e sono molto vicini ai 100.


Il boom. Seguendo il trend registrato in provincia dalla Banca Popolare di Vicenza, il 10 per cento della famiglie veneziane con mutuo prima casa si sta presentando al proprio istituto di credito per invocare la moratoria. «Il 90 per cento dei richiedenti - spiegano dall'istituto di credito - ha perso il lavoro e quindi non è più in grado di pagare il finanziamento. In questo periodo in molti si sono presentati da noi per ottenere la sospensione. In alcuni casi, di fronte a ritardi di una, due rate, abbiamo chiamato l'utente proponendogli di sfruttare questa opportunità». Ogni istituto che aderisce all'accordo, può proporre le proprie soluzioni. C'è chi durante la sospensione domanda il rimborso mensile degli interessi, chi prevede di diminuire la quota della rata, chi concede una moratoria di diciotto mesi.


Imprese. La sospensione, invece, non sembra interessare molto alle aziende e il motivo, secondo Samuele Sorato, direttore generale della BPV, è semplice. «Le leggi fallimentari offrono la possibilità di un concordato con l'istituto di credito. Spesso dunque gli imprenditori preferiscono chiudere l'azienda».


Le ditte, comunque, devono affrontare un problema annoso che, in tempi di crisi, si accentua ancora di più. Sono tante, infatti, quelle che avanzano soldi dalle diverse pubbliche amministrazioni e in particolare dai Comuni.


Crediti. In questo contesto, il centro studi Sintesi ha elaborato i dati del 2007 riferendosi ai bilanci della varie realtà locali. Su 450 milioni di euro di debiti nei confronti delle imprese lagunari per spese correnti, ne sono stati restituiti poco meno di 355 milioni. Restano fuori oltre 93 milioni di euro, cioè oltre il 20 per cento del dovuto. Il Comune più veloce nei pagamenti è Torre di Mosto, che ha restituito l'86,4 per cento del debito. Al secondo posto, il capoluogo, che ha soddisfatto l'85 per cento. Nel 2007, sono stati sborsati alle aziende fornitrici del servizio 262 milioni di euro su 308 milioni e 500 mila. Fanalini di coda sono San Michele al Tagliamento, che ha rimborsato il 53 per cento degli impegni e Mira (51,3 per cento).


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