Murano, ventiquattro anni per un condono edilizio
Murano, tutto per una tettoria: nel 1986 l’abuso, nel 1995 il ricorso al Tar dopo il diniego della sanatoria. Nei giorni scorsi, i giudici amministrativi hanno infine dato ragione alla società ricorrente
MURANO. Quando la «mala amministrazione» incontra la «mala giustizia», intese come tempi infiniti delle relazioni tra pubblico e cittadino. Una tettoia abusiva, la richiesta di condono presentata nel 1986, il diniego del Comune nel 1994, il ricorso al Tar nel 1995. Nei giorni scorsi, a 15 anni di distanza, è arrivata la sentenza dei giudici amministrativi, che quel lontano ricorso hanno infine accolto, dando ragione alla società che lo aveva presentato e che si era vista ingiungere dal Comune l’abbattimento della tettoia, ora di fatto sanata, a 24 anni dalla richiesta di condono.
Certo i tempi della giustizia amministrativa non sono sempre questi: ma sono ancora numerosi i ricorsi decennali - spesso legati a casi minori, ma comunque con impegno di spese e contenziosi sempre aperti per i cittadini - in attesa.
Il caso in questione è emblematico: la Gefin Srl - rappresentata dall’avvocato Pier Vettor Grimani - è propritaria di un’immobile a Murano, destinato ad attività produttiva. Negli anni Ottanta, i titolari installarono una serie di tettoie e nel 1986 presentarono domanda di condono edilizio. Il Comune ci mise otto anni per respingere la domanda di sanatoria e con il «no» arrivò, nel 1995, il ricorso al Tar. Nel merito, ora i giudici hanno stabilito l’incompetenza della Conferenza di servizio ad esprimersi sul condono delle opere abusive Gefin, dal momento che nel 1991 è entrata in vigore la legge 360, che ha attribuito alla Commissione di salvaguardia il parere relativo alle opere abusive eseguite nella laguna veneta. E poco importa che l’abuso fosse precedente, essendo valida - chiarisce il Tar - «non la disciplina vigente al momento della presentazione della domanda di condono, ma quella vigente al tempo in cui il parere è stato reso». Fine di una vicenda iniziata nel 1986 e per tre lustri in attesa di parere della giustizia amministrativa.
Tar Veneto, per il resto, oberato di ricorsi, grandi e piccoli. Le statistiche 2009 parlano di 3910 sentenze e decreti assunti con ricorsi accolti nel 32% dei casi, respinti nel 39% (altro, nel 28,5%). Al 31 dicembre 2008, i ricorsi pendenti erano ben 19.439 e nel 2009 ne sono stati presentati altri 2634 (con un positivo saldo finale di esercizio di meno 1276 cause). Si «litiga» soprattutto in materia di edilizia ed urbanistica (il 40%) dei ricorsi, seguiti - attorno al 10% - da tributi, attività della pubblica amministrazione e gestione servizi.
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