Motoscafisti abusivi70 anni di carcere
Diciassette condanne per il gruppo che operava al Tronchetto e a Piazzale Roma. E inoltre il riconoscimento che a piazzale Roma il gruppo di Loris Trabujo usava metodi mafiosi

Settant’anni di pena complessiva per gli abusivi del Tronchetto e di piazzale Roma. E inoltre il riconoscimento che a piazzale Roma il gruppo di Loris Trabujo usava metodi mafiosi. Una vittoria per la Procura e i carabinieri del Ros.
Una sentenza che rappresenta uno spartiacque per quanto concerne il significato di legalità nel mondo di chi vive di turismo a Venezia. Una sentenza che mette in luce come per anni una situazione «tollerata» dai più era degenerata col rischio di consentire a gruppi malavitosi organizzati di infiltrare l’economia della città con capitali sporchi. La sentenza letta ieri pomeriggio, in aula bunker a Mestre, dal presidente Barbara Lanceri, arriva dopo una trentina di udienze e a due anni e otto mesi dl blitz dei carabinieri che portò alle misure cautelari nei confronti i venti abusivi. Solo tre imputati sono stati assolti. Per il resto sono arrivate condanne tutte superiori ai due anni. Loris Trabujo, Adriano Rizzi, Naurizo Cappellotto e Gino Costantini sono stati condannati anche per i metodi mafiosi. I giudici hanno stabilito che i condannati debbano pagare 238 mila euro di anni, di cui 100 al Comune. Inoltre tutte le 18 barche sequestrate al momento del blitz sono state definitivamente confiscate.
L’imputazione principale era di aver «compiuto atti di concorrenza con violenza e minaccia nei confronti di Actv, delle cooperative e dei consorzi di taxisti autorizzati ad operare nel bacino lagunare (San Marco, Consorzio Venezia Taxi, Serenissima) e di tutti gli operatori del settore», con l’aggravante di essersi avvalsi «della forza d’intimidazione e delle conseguenti condizioni di assoggettamento ed omertà derivanti dal fatto che erano strettamente legati al cosiddetto «gruppo dei mestrini», ramificazione della «banda Maniero». Un’accusa, quest’ultima, che ha retto per il gruppo di Trabujo.
L’obiettivo era quello di dirottare sui loro mezzi i turisti. E per fare questo minacciavano il personale Ava, riferendo come fatto «al presidente dell’Ava che in quella zona comandavano loro», minacciando di ritorsioni i motoscafisti regolari, il personale Atvo e Actv, i vertici del garage Interparking, «creando un clima diffuso di intimidazione e paura che scoragguiava anche la sola presenza dei taxisti regolari». E, ancora, come hanno insistito i carabinieri del Ros e il pm Ancilotto, con vandalismi contro Actv e il mercato ortofrutticolo per usarne liberamente gli ormeggi.
Insomma, non semplici minacce, danneggiamenti e qualche schiaffo, ma anche intimidazioni.
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