Mose, tutti i poteri all’Autorità unica: soppressa la figura del commissario

Il via libera del Consiglio dei Ministri in serata. Il presidente Rossetto avrà la possibilità di nominare due dirigenti per l’avvio del nuovo Ente

Alberto Vitucci
Il Mose in funzione
Il Mose in funzione

Arriva l’Autorità della laguna, addio al commissario Mose.

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri pomeriggio il Decreto emergenza, al primo punto dell’ordine del giorno della seduta.

E l’articolo 3 del provvedimento prevede un radicale cambiamento ai vertici della governance del Mose e della salvaguardia della laguna.

Quattro anni e mezzo dopo la sua approvazione in Parlamento, la legge sull’Autorità _ che si chiamerà anche “Nuovo Magistrato alle Acque” _ diventa operativa. L’ultimo passo sarà l’approvazione definitiva dello Statuto, già sottoscritto dai ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia, ora al vaglio della Corte dei Conti.

Ma la novità di oggi è che per la prima volta la legge prevede la cessazione delle funzioni del commissario straordinario del Mose. Dopo cinque anni al governo della Salvaguardia, nominata dal governo Conte nel novembre del 2019 all’indomani della disastrosa “Aqua Granda”, Elisabetta Spitz cesserà dall’incarico «a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto».

«I compiti e le funzioni del commissario straordinario sono trasferiti all’Autorità per la laguna di Venezia-Nuovo Magistrato alle Acque», si legge nel testo del decreto, «insieme alle risorse disponibili. Dalla data di entrata in vigore il commissario cessa le proprie funzioni, fatti salvi gli atti e i provvedimenti adottati».

Il presidente dell’Autorità Roberto Rossetto è autorizzato con lo stesso decreto a conferire due incarichi a livello dirigenziale in deroga. Significa che alle strutture già previste dalla legge (sette consiglieri del Comitato di gestione in rappresentanza dei ministeri e degli enti locali) se ne aggiungono altri due. Insieme al Comitato consultivo e al nuovo Comitato scientifico, voluto proprio da Rossetto.

La macchina organizzativa dell’Autorità potrà disporre del personale a disposizione dell’attuale Provveditorato alle Opere pubbliche nel settore salvaguardia, ma anche delle professionalità ritenute di rilievo del concessionario Consorzio Venezia Nuova e delle società collegate Thetis spa e Comar srl.

Un atto chiaro, che adesso mette la nuova Autorità in condizione di operare.

I segnali erano chiari da tempo. Alla fine il governo - e per esso i vertici del ministero delle Infrastrutture - ha deciso di fare chiarezza su una governance che aveva troppe teste. La commissaria del Mose con il suo staff, il Provveditore alle Opere pubbliche, il Consorzio anch’esso commissariato e in attesa di liquidazione.

E adesso l’Autorità. Ma secondo la legge dovrà essere proprio questo nuovo ente, che assumerà di nuovo il nome storico di Magistrato alle Acque, cancellato con un colpo di penna dal governo Renzi nel 2014, all’indomani dello scandalo Mose e degli arresti.

Nelle ultime riunioni in Prefettura si era percepito un qualche nervosismo, insieme alla difficoltà di governare un processo di salvaguardia con troppi protagonisti. Esattamente il contrario di quanto prevedeva la legge, cioè di unificare le competenze e semplificare i percorsi.

Dal territorio crescono anche le istanze volte a riportare il governo della laguna a livello locale, con professionisti super partes ed esperti che conoscano a fondo la materia.

Adesso entro qualche settimana l’Autorità diventerà pienamente operativa.

La sede c’è già, all’interno di palazzo Dieci Savi, storica sede del Magistrato alle Acque. Adesso arriveranno anche i pieni poteri e l’organizzazione operativa. Senza più commissari.

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