Mirano, "Giù le mani da piazza Aldo Moro"
Ma il sindaco Cappelletto non cambia idea: "C’è già una via dedicata allo statista". E adesso il comune vuole cambiare il nome anche alle ville storiche della città
MIRANO.
"Giù le mani da piazza Moro". Delusi, offesi e indignati, i cittadini del quartiere Aldo Moro vanno dal sindaco a chiedere spiegazioni, dopo il suo annuncio di voler cambiare nome alla piazza, intitolandola ai martiri delle foibe. Cappelletto però prosegue per la sua strada e annuncia novità anche per le ville: "Vogliamo che tornino i nomi originari dei nobili a cui appartenevano".
Significherà rivedere denominazioni come villa XXV Aprile e villa Primo Maggio. Apriti cielo: a Mirano la polemica monta più che mai. Ieri una ventina di residenti del quartiere Moro si sono presentati in municipio, chiedendo un faccia a faccia col primo cittadino. A guidare la rivolta c’era Paolo Pietrobon, volto noto del quartiere, in passato presidente del Consiglio comunale.
"La notizia ci lascia sconcertati - afferma - non tanto per la proposta di intitolarla alle vittime delle foibe, ma per la volontà di togliere il riferimento ad Aldo Moro. In questo quartiere anche gli alberi sono stati piantati coinvolgendo gli abitanti e nessuno sapeva niente di questa novità. Non vogliamo fare da spettatori a una scelta forzata".
"Sentiamo nostra la piazza - spiega Antonio Marinato, del comitato di quartiere - e ricordiamo ancora con orgoglio il giorno dell’intitolazione".
Allora a decretare il nome della piazza fu il commissario prefettizio del Comune, dopo il coinvolgimento dei residenti chiamati a partecipare a un concorso di idee e a un referendum consultivo. "Abbiamo visto crescere la piazza giorno dopo giorno - aggiunge Giuseppe Bove - dalla prima pietra, all’inaugurazione. Nell’intitolarla ad Aldo Moro il commissario ha agito col pieno appoggio dei residenti. Si cambi pura le toponomastica, ma quella resterà sempre, per tutti i miranesi, piazza Aldo Moro".
Giancarlo Da Lio chiede al sindaco di tornare sui suoi passi: "Ratifichi la volontà del commissario - afferma - la piazza è patrimonio di tutti", mentre per Maria Grazia Brusegan: "Andava prima sentito il quartiere. E’ mancato il confronto, la decisione va riconsiderata". Sulla vicenda prende parola anche l’Anpi, l’associazione dei partigiani: "Le foibe vanno analizzate in modo approfondito ma diverso rispetto alla Resistenza - afferma il segretario di sezione Bruno Tonolo - i martiri non vanno mai equiparati tra loro".
Voce anche all’ex vicesindaco Giancarlo Boccotti: "Sono contrario anche a rivedere l’intitolazione di piazza Moro. La prossima giunta potrebbe sentirsi legittimata a cambiare di nuovo. Non è così che si fa il bene della città". Cappelletto ascolta, ma non cambia idea, anche se accetta di tenere in sospeso la questione.
"Nulla da dire sullo spessore politico e umano di Moro - afferma - l’ho sempre considerato uno dei più grandi statisti italiani. A Mirano però è sovrastimato: dà il nome a una via, a tutto il quartiere e anche alla piazza. Si può trovare un altro nome".
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