"Mestre, 4500 posti letto in più"
Allarme degli albergatori: "Ci sarà troppa concorrenza"

«Temiamo che con le nuove concessioni edilizie, nei prossimi anni avremo 4500 nuovi posti letto alberghieri rispetto agli ottomila oggi presenti nell’area di prima cintura della terraferma». Massimo Salviato, vicepresidente dell’Associazione Albergatori di Venezia lancia l’allarme: «E’ una concorrenza che rischia di schiacciarci».
Alberghi, a Mestre e Marghera, nonostante il calo del turismo che tocca la città di Venezia, e che è stimato dagli operatori del settore in un meno 5 per cento, i posti letto aumentano. E sono destinati a crescere quasi del doppio nei prossimi anni, se saranno confermati i timori dell’Ava. Gli effetti sono già evidenti, spiegano gli albergatori mestrini.
Per i gruppi turistici, oggi è facile trovare una camera a 18, 20 euro a notte e i piccoli alberghi sono schiacciati dalle grandi catene internazionali. Insomma ci guadagna di certo il turista, ma il settore non se la passa bene e il rischio è anche di contraccolpi occupazionali.
Tra 2008 e 2009 in città gli alberghi sono passati da 45 a 47 e i posti letto sono aumentati dai 3539 dello scorso anno agli attuali 3612. Merito delle nuove aperture di alberghi, come il B4 davanti all’Auchan in via Don Tosatto. Un altro da 150 camere è previsto vicino al centro direzionale di Coin sul Terraglio. Ma viste le previsioni urbanistiche e le concessioni in discussione presso Regione e Comune, spiega Massimo Salviato, nuovo vicepresidente per Mestre dell’Associazione Albergatori, si teme che nel giro di qualche anno si arrivi a 4500 posti letto in più in città. Ci sono alberghi piccoli, che chiudono come il Colombo, mentre i costruttori puntano a quote ricettivo sia nell’area del vecchio ospedale di Mestre, in zona Stazione e via Ulloa e pure nel futuro parco del Marzenego vicino alla stazione Sfmr di via Olimpia. Per ora progetti sulla carta, ma che preoccupano gli addetti ai lavori.
«Stiamo cercando da tempo un proficuo confronto con l’amministrazione comunale su questo tema. Perché oggi chi costruisce pensa di realizzare alberghi perché il guadagno è alto, trovando l’interesse di grandi catene del settore - spiega Salviato da sei mesi alla vicepresidenza - e noi ci troviamo a competere con questi nuovi soggetti in un’area di prima cintura dove si stima siano già 8 mila i posti letto a disposizione, senza contare l’extra-alberghiero». Il panorama sul fronte degli alberghi di Marghera e Mestre è già mutato: calano i piccoli alberghi da 1 o 2 stelle, aumentano quelli con 3 o 4 stelle.
«Noi da tempo puntiamo alla rottamazione degli alberghi, sarebbe interessante che i costruttori diventassero gli stessi albergatori favorendo il recupero di strutture dismesse da ammodernare, mentre finora a costruire ex novo sono solo gruppi immobiliari senza esperienza nel settore». Unico esempio vero di rottamazione in città è il Capitol a San Giuliano, acquistato da una società che fa capo a Zacchello, ex presidente del Porto, e che ora è chiuso per lavori di ristrutturazione che porteranno a raddoppiarne gli spazi.
«Il Prg lascia molta libertà e oggi con la tangenziale libera, subiamo anche la concorrenza delle aree vicine - avverte Andrea Chiappa, titolare dell’Ambasciatori ed ex vicepresidente dell’Ava - i primi contraccolpi si sono già visti: mancate assunzioni di lavoratori stagionali, riduzioni di organico, esternalizzazioni di servizi. Il rischio è quello di arrivare a vedere alberghi aprire solo nel periodo di alta stagione e chiudere il resto dell’anno. La verità è che questa fortissima concorrenza finirà con l’abbassare la qualità del servizio alla clientela e mettere a rischio chiusura gli alberghi con meno di 50 stanze».
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