Massimo Ranzani, alpino di Occhiobello, muore in Afghanistan
Ancora una vittima: una bomba esplode su una carovana di mezzi blindati Lince. Anche quattro feriti, tutti militari del Quinto Reggimento di stanza a Vipiteno (Bolzano)

ROVIGO. E' il tenente Massimo Ranzani, 37 anni, l'alpino deceduto in Afghanistan nell'esplosione che ha investito un mezzo corazzato Lince nei pressi di Shindand alle 12.45 di oggi (ora locale). Quattro militari sono rimasti gravemente feriti nella deflagrazione, tutti appartenenti al Quinto Reggimento alpini di Vipiteno.
L'esplosione ha colpito il terzo mezzo di una carovana che rientrava da un'attività di pattugliamento congiunta con le forze afgane. I militari sono stati trasportati all'ospedale militare della base "Shaft" di Shindand, sede del comando della Task force centre.
Massimo Ranzani, il tenente ucciso in Afghanistan, abitava a Santa Maria Maddalena, nel comune di Occhiobello, in provincia di Rovigo, dove aveva la residenza con i genitori: il papà Mario di 62 anni e la mamma Ione di 58. Era nato a Ferrara il 24 marzo 1974.
Il dolore nella caserma di Belluno.
E' stata accolta con "profondo dolore'' tra gli alpini della caserma Salsa di Belluno, sede del Settimo Reggimento alpini, la notizia della morte del tenente Massimo Ranzani, ucciso nell'esplosione di un ordigno in Afghanistan e appartenente al Quinto Reggimento alpini, con sede a Vipiteno (Bolzano). Ranzani aveva svolto servizio a Belluno per qualche anno, fino al 2004, come sottufficiale, prima di diventare ufficiale.
Appartenevano al Settimo Reggimento di Belluno i quattro alpini caduti in Afghanistan il 9 ottobre scorso: il primo caporal maggiore Gianmarco Manca, primo caporal maggiore Francesco Vannozzi, primo caporal maggiore Sebastiano Ville e il maggiore Marco Pedone. E apperteneva allo stesso reggimento anche il caporal maggiore Matteo Miotto, ucciso il 31 dicembre scorso.
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