Mandato e Simionato, i miranesi di Sesa. Il mistero Bertagnolli morto un anno fa

La figlia avvocata dell’ex presidente di Sav.No: «Nessuna comunicazione, così si infanga l’immagine di mio padre»
Nicola Cesaro Vera Mantengoli Alessandro Ragazzo Rosario Padovano

MIRANO. La bufera giudiziaria che spira dal Friuli è arrivata fino nel Veneziano e ha investito una serie di società e amministratori. Soprattutto legati alla galassia Sesa, la partecipata al 51% dal Comune di Este (Padova) che domina la gestione dei rifiuti in mezza provincia, a maggior ragione dopo il subentro alla “defunta” Padova Tre.

Tra gli indagati spicca Angelo Mandato, 55 anni di Mirano, amministratore della Bioman spa e azionista di riferimento della Finam Group (acronimo di Finanziaria Angelo Mandato), il privato che detiene il 49% delle quote Sesa. L’anima, di fatto, della società di Este. E indagato anche Maurizio Simionato, 66 anni di Mirano, a.d. di Sesa, già seduto nel Cda per conto del socio privato. Ex consigliere comunale a Mirano nella maggioranza di centrosinistra di Gianni Fardin, è stato anche dipendente Usl e già presidente (ora sponsor) dell’Unione ciclistica Mirano.

L’accusa? In sintesi: per Sesa non sarebbero dovuti transitare i rifiuti friulani, il cui smaltimento sarebbe dovuto avvenire entro la locale autorità di bacino, dunque in Friuli, e non certamente in Veneto. Questione di codici, pare essere – anche qui in estrema sintesi – la difesa delle società indagate: i rifiuti arrivavano nella Bassa padovana non per lo smaltimento ma per il trattamento. Erano dunque liberi di circolare. Come si pone Sesa di fronte all’inchiesta? «Per ora nessun commento», la risposta ufficiale. Legittimo, anche se appena qualche giorno fa, col rinnovo del Cda, si era anticipata la volontà di votarsi a una trasparenza che fino a oggi era evidentemente mancata. Parla invece il sindaco di Este, Matteo Pajola: «Non sono informato sui fatti», l’indagine è riferita a un periodo della passata amministrazione di centrodestra, «ma ho richiesto ai tre membri pubblici del Cda di convocare urgentemente un consiglio per trattare la questione».

Dagli indagati miranesi a quelli veneziani. Quando l’avvocata Eliana Bertagnolli ha letto sui giornali la notizia che suo padre Luciano era nella lista degli indagati per il caso di maxi traffico di rifiuti, è rimasta basita. Non solo perché è morto lo scorso 21 marzo 2021, ma anche perché non è mai arrivata la comunicazione. «Come erede non posso avere accesso al fascicolo e ho dato mandato a un mio collega di occuparsene», ha detto ieri Bertagnolli che ha lo studio legale a Mestre. «Quanto è emerso getta fango su mio padre, soprattutto adesso che non può difendersi perché non c’è più, e indirettamente anche su di me che lavoro qui nel territorio e non sono mai stata avvisata di nulla», continua. «Prenderò provvedimenti contro chi ha tirato in ballo mio padre senza motivo».

Ieri quello che l’avvocata ha potuto fare è una visura sulla società Sav.No srl di Vittorio Veneto, indicata come azienda coinvolta. «Quello che ho potuto vedere è che nel 2001 mio padre lasciò la carica di presidente del consiglio di amministrazione, carica che in genere dura tre anni», spiega l’avvocata. «Da quanto si evince l’inchiesta riguarda gli anni dal 2017 al 2020, periodo in cui mio padre risulterebbe indagato. Com’è possibile?».

Nel 2002, nell’ambito dell’inchiesta per presunti illeciti nella gestione dei fanghi nell’isola delle Trezze, fu sentito in quanto direttore di Amav, ma anche su questo l’avvocata sta cercando di recuperare i documenti necessari per «difendere la memoria di mio padre». 

Il mestrino Codato

Tra gli indagati, un personaggio noto a Mestre. È il 68enne Francesco Codato, legale rappresentante di Greenman Srl di Manzano. Codato, biologo, attualmente, è un libero professionista, consulente ambientale nel trattamento rifiuti, industria e agricoltura. In passato è stato direttore tecnico dell’impianto di compostaggio di Trevignano e del Consorzio TV3, direttore tecnico della società Biokomp di Mira e responsabile della sicurezza per gli impianti del polo integrato Ecoprogetto a Fusina.

Mandato e Simionato, i miranesi vicini a politica e sport
 
Incredulità, stupore e voglia di aspettare l’esito di tutte le fasi dell’indagine. Sono gli stati d’animo che si respirano a Mirano, alla notizia che Maurizio Simionato e Angelo Mandato sono finiti nella lente d’ingrandimento dei carabinieri del Noe di Udine e della Direzione distrettuale antimafia di Trieste.
Anche se entrambi è da tempo che non abitano più a Mirano proprio per motivi di lavoro, hanno fatto parte, e molto, della vita cittadina, impegnandosi nella politica locale. E in città sono conosciuti e apprezzati. Infatti la stima nei loro confronti ancora rimane, tanto che a sentire gli umori della piazza si fatica a pensare che possano aver messo in piedi dei brutti giri legati al mondo dello smaltimento rifiuti.
 
Angelo Mandato ora abita a Este, nel Padovano, ed è titolare della Sesa Srl (Società estense servizi ambientali), da cui ha avuto le quote dal pianighese Sandro Rossato, poi finito in carcere per collusioni con la 'ndrangheta.
È laureato in Ingegneria meccanica. A Mirano, però, quand’era ancora molto giovane, era stato consigliere comunale nella Democrazia Cristiana. Stiamo parlando degli anni Novanta e all’epoca alla guida del Comune c’era Renzo Milan. Lasciata la politica di Mirano, Mandato si è fatto strada nel mondo dell’imprenditoria, acquisendo la Bioman Spa di Maniago (Pordenone) e amministratore di altre società. E, nel tempo, è divenuto un vero riferimento nel trattamento di rifiuti, tanto da chiamarlo da fuori regione.
 
In Sesa c’è un’altra conocenza di Mirano, Maurizio Simionato, con un passato anch’egli nel parlamentino locale nello schieramento di centrosinistra. Stavolta siamo nel primo decennio del Duemila, precisamente dal 2003 al 2008, e a guidare la giunta cittadina c’era Gianni Fardin. Ebbene, Simionato ha una laurea in Scienze della prevenzione ambientale e nei luoghi di lavoro, oltre a quella in Scienze delle professioni sanitarie e dei master conseguiti nelle università di Perugia e Bologna. In Sesa è amministratore e a Mirano era stato presidente della locale Unione ciclistica, e aveva lavorato pure l’azienda sanitaria di Mirano.
 
Ricetto, la dirigente 51enne di Portogruaro impegnata nel sociale
 
«Una manager integerrima, sicuramente c'è un errore e speriamo si faccia chiarezza». Questo il commento ieri alla notizia dell’indagine che tocca la manager Martina Ricetto, finita sotto la lente del Noe di Udine per conto della Procura di Trieste.
«Sinceramente di tutto questo non ho sentito nulla, e non so nulla. Quindi preferisco non commentare», ha commentato il fratello della donna. «Michela Ricetto ha 51 anni, un figlio e una figlia sportiva che gioca a volley, e ha uno stretto legame con il Friuli, che va al di là del semplice rapporto di lavoro. Martina Ricetto è originaria di Concordia Sagittaria, ma da tempo si è trasferita a Portogruaro, dove abita a ridosso del centro, nella zona compresa tra Borgo San Giovanni e il rione di viale Trieste.
In città si vede poco, ma segue con passione gli eventi sportivi di basket e pallavolo in Friuli, e si occupa anche di solidarietà. Laureata in Ingegneria Chimica all'Università di Padova, ha conseguito un master su sicurezza, salute e ambiente. Nel 1996 ha lavorato nel settore chimico, del vetro, del cibo per animali e anche in un’azienda metalmeccanica. Dal 2011 si è occupata di rifiuti ed è stata presidente del Cda dell’azienda Greenman Energia Rifiuti fino al 2018: un’azienda che ha sede a Manzano, in Friuli.
Dal 2021 la sua attività è cambiata. Si è trasferita infatti nel Veneziano. L’estate scorsa è stata nominata direttore generale e consigliere delegato di Eurofibre, azienda con sede a Marcon.
Parallelamente all’attività lavorativa, si occupa di sport inclusivo e in particolare dell’accesso alle persone con disabilità nel mondo dello sport, in particolare il basket. È dirigente, in provincia di Udine, di una società di baskin, pallacanestro giocata da persone abili insieme a sportivi con disabilità. Proprio per la sua conoscenza in questo ambito è stata eletta, alcuni mesi fa, consigliere nazionale dell’Eisi, Ente italiano degli sport inclusivi.

 

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